Patt, unità saltata E ora Rossi teme una vittoria a metà

Chilovi: «Una carica per ogni candidato». Ottobre: «Panizza presidente-garante». Il segretario: «No alle spartizioni»


di Chiara Bert


TRENTO. Unità saltata, e il Patt che a grandi passi si avvicina al congresso del 13 marzo oggi assomiglia sempre di più ad una maionese impazzita. Perché se fino a qualche mese fa, con un presidente autonomista alla guida di Piazza Dante, la conferma di Franco Panizza veniva considerata da molti una marcia trionfale verso la riconquista del partito, a due settimane dal congresso le cose appaiono decisamente più complicate. Dalle 14 assemblee precongressuali dove sono stati eletti 337 delegati (gli ultimi due saranno scelti lunedì ad Andalo), le stime dicono che Panizza - che ha perso lo zoccolo duro della base tirolese, schierata con Corona - può contare sul 45% dei consensi. Non basta per essere eletto segretario con il 50% più uno ed ecco materializzarsi lo spettro di un ballottaggio con il secondo più votato tra Mauro Ottobre, Dario Chilovi e Giuseppe Corona.

La situazione ha spinto il governatore Ugo Rossi a lanciare un ultimatum pubblico ai dissidenti: «Se cambia la linea politica, io non ci sarò più». Messaggio rivolto in primis all’area che del presidente del partito Walter Kaswalder, che al congresso ha messo in campo il suo segretario Dario Chilovi. A parole Kaswalder ripete di volere l’unità del partito, ma dopo il pranzo di una settimana fa tra i candidati segretari e Rossi, dove sembravano esserci i presupposti per condividere una linea unitaria, le ultime sedute del consiglio provinciale hanno certificato la rottura tra il governatore e i due consiglieri dissidenti, Kaswalder e Bottamedi, che sembrano fare di tutto per marcare le distanze.

«Attenti a non fare di tutta l’erba un fascio - avverte Chilovi - Kaswalder non è Bottamedi, né nei toni né nei voti espressi in aula. Noi chiediamo che i temi vengano dibattutti dentro il partito, negli ultimi anni non è stato fatto. Poi siamo tutti convinti che Rossi è il nostro presidente e dobbiamo puntare alla riconferma nel 2018». Per Chilovi l’onere di proporre una soluzione unitaria «spetta a Panizza»: «Noi diciamo che tutte quattro le tesi congressuali siano rappresentate negli organi di vertice, segretario, vice, presidente, vicepresidente». Mauro Ottobre dice di condividere le preoccupazioni di Rossi: «Da parte mia la linea politica non è assolutamente in discussione, io sono per un Patt saldamente nel centrosinistra». E per blindare la linea del partito e la presidenza Rossi propone questa soluzione: «Panizza deve rendersi conto che con tre candidati contro, non ha più la maggioranza del partito. Faccia il presidente-garante, verrebbe eletto per acclamazione. Si lasci poi campo libero agli altri tre candidati, io sono per un congresso vero. La base autonomista ha già dimostrato in passato di non amare le forzature dall’alto, ricordiamoci com’è andata a finire con la candidatura alla Camera (quando Ottobre prevalse su Kaswalder, sostenuto da Rossi e Panizza, ndr)». Il segretario-senatore ostenta sicurezza e respinge al mittente la proposta di una divisione delle cariche: «Non è con la spartizione delle poltrone che si fa la linea politica, le contraddizioni esploderebbero il giorno dopo il congresso. E io non sono disponibile a mediare la linea politica per tenere dentro tutti». «Oggi il Patt ha davanti una sfida di maturità. Un partito che esprime il governatore non ha bisogno di distinguersi dal suo presidente. Non significa appiattimento, significa coraggio di governare». E a quello che potrebbe essere il suo sfidante al ballottaggio, Ottobre, manda a dire: «La mia è una candidatura trasversale, la sua territoriale ed è pericolosa perché rischia di emarginare alcuni territori rispetto ad altri».

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