Panifici: il lavoro c’è, mancano i giovani

Aldo Grisenti: «Ci sono incentivi per gli under 30 che, appena possono, ci lasciano: colpa degli orari piuttosto duri»


di Roberto Gerola


PERGINE. Da sette a tre i panifici nel Perginese se si considera anche quello di Sant’Orsola (in Valle dei Mocheni) dei fratelli Bertoldi che fornisce il pane anche a numerose panetterie di Pergine. L’ultima chiusura risale all’agosto scorso con il Panificio Osler di Canezza a spegnere per sempre il forno. Crisi del settore? Più che altro è sempre difficile ampliare l’attività almeno in qualche caso. Ne ha parlato Aldo Grisenti (e se ne è occupato anche Il Sole 24Ore), titolare del panificio a San Cristoforo e che conta 50 anni di attività, 25 dipendenti, cinque negozi, 3 milioni di euro come giro d’affari. Il suo è un caso un po’ particolare perché ha un’azienda che produce anche pasticceria: paste, dolci, treccia mochena, panettoni e pandoro natalizi, colombe pasquali e altre leccornie. Gli altri due, Bruno Ferretti (in via Dolomiti) e appunto i Fratelli Bertoldi offrono pane. Tra l’altro, Ferretti è quello che ha incamerato la clientela dei Fratelli Osler di Canezza. Per Aldo Grisenti, il problema è che non ha la possibilità di espandersi per mancanza di personale. «In sostanza - dice - non trovo giovani disposti a lavorare con gli orari dei panifici. Arrivano, si fermano e poi se ne vanno quando trovano altro impiego meno faticoso. Così, si insegna loro il mestiere, imparano e poi occorre ricominciare daccapo. Non riusciamo ad avere lavoratori che, divenuti bravi, restino e proseguono». E il suo discorso scivola sugli incentivi e sulle agevolazioni. «Ci sono per i giovani, che poi se ne vanno, oppure per quanti sono anziani ed hanno perso il lavoro e sono da me in attesa di pensione. Se i primi se ne vanno, gli altri, gli anziani, non hanno la forza di affrontare un’attività con orari notturni e quindi faticosi. Con questa realtà, non posso ampliare l’azienda e anche l’indotto (trasporti per la consegna alla grande distribuzione e ai ristoranti) rimane quello che è».

Per Bruno Ferretti (solo pane), questi problemi non li avverte. «Ho 20 dipendenti - dice - e l’ultimo l’ho assunto 4 anni fa. Con me restano». Forse è proprio perché fa solo pane e lo fa in gran quantità, per così dire, visto che è subentrato oltre che a Canezza, anche (e in passato) ai fratelli Gasperi a Madrano, al Panificio Bertoni e a Tullio Brugnara (conservandone il nome). Ma c’erano anche due Panifici Vettorazzi (uno a Pergine e l’altro a San Cristoforo, quest’ultimo finito in mano a Grisenti). Ora fornisce anche Segonzano e Albiano.

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