Palazzo Balista: il cantiere in 3d al museo Civico

Dal 2010 i ricercatori hanno creato un’immagine fedelissima dell’edificio che permette di «navigare» nelle sale com’erano prima del restauro


di Michele Stinghen


ROVERETO. Palazzo Balista, centimetro per centimetro, prima, adesso e dopo. Il cantiere della Cassa Rurale allo storico palazzo è cominciato da pochi mesi, e ben presto sarà visitato dagli esperti del Museo Civico, che rileveranno l'edificio durante i lavori. Sarà l'inizio della seconda fase del progetto di documentazione del palazzo, commissionato dalla Rurale al Museo Civico.

Il museo già ora possiede una fotografia precisissima di come era il palazzo fino a poco tempo fa; tutti i dati raccolti verranno confrontati con quelli in divenire e infine con il nuovo aspetto del palazzo, ultimati i lavori, dai quali uscirà la nuova sede della Cassa rurale di Rovereto.

Il progetto di documentazione di "Palazzo Rosmini al Frassem" (questo il vero nome, storico, dell'edificio di corso Rosmini) è partito nel 2010. Gli esperti e ricercatori del museo hanno passato ai raggi X - in tutti i sensi - lo stabile, con indagini geofisiche, laser scanner, sulla dispersione termica, la tenuta antismica. Ora, al Museo Civico, esiste un'immagine in 3 dimensioni estremamente dettagliata dell'edificio. Al computer si può, ad esempio, calcolare al millimetro il diametro del pomello del vecchio portone principale d'ingresso, come esaminare con estrema precisione gli affreschi presenti, con le loro rugosità e così via. Uno strumento che servirà a confrontare e verificare lo stato del palazzo e la sua conservazione dopo la fine del cantiere. «La Cassa rurale - spiega il il direttore del Museo Civico Franco Finotti - ha fatto con questo progetto una scelta di trasparenza. Si potrà documentare con precisione il risultato del restauro, verificando se questo è stato fatto con dovizia o meno. Si avrà inoltre una precisa memoria, con dati certi, di come era il palazzo fino al 2010, e di cosa sarà cambiato dopo». Ma com'era il palazzo prima dell'inizio dei lavori? Come ogni edificio storico, era caratterizzato da un forte squilibrio termico: l'indagine termografica evidenzia zone a forte emissività di calore, ed altre invece con emissione bassa, ed altre con alta ritenzione di umidità. Attraverso questa tecnica sono state evidenziate inoltre delle finestre chiuse sulla parete nord, alcune delle quali invisibili ad occhio nudo. Sempre sul lato nord sono emersi delle tracce di elementi portanti ora non più esistenti, probabilmente rimossi in seguito ad una sopraelevazione del palazzo. Con apparecchiature specifiche sono state studiate le risposte dell'edificio alle microvibrazioni del terreno, che danno un'idea del comportamento in caso di sisma. In questo caso si evidenziano dei picchi di vibrazione in alcune zone del palazzo, ed un comportamento non omogeneo. Studiato anche il terreno su cui poggia palazzo Balista (la roccia si trova ad oltre 100 metri di profondità). Da questi dati è emersa la possibile presenza in passato, nel giardino interno, di scoli di drenaggio o di una fontana. Tutta l'indagine è ora raccolta in un sistema integrato di dati in 3 dimensioni, che permette ai ricercatori del museo di "navigare" nel palazzo, come se si tornasse indietro di due anni. Lo studio è completato dalle relazioni sulla storia del palazzo, condotte da Leonardo Franchini e Lorenzo Baratter. Ora il Museo si appresta a ripetere le analisi, per un primo confronto tra l'oggi (il cantiere) ed il passato. ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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