Pagelle e gite, sciopero dei prof del liceo

Dura presa di posizione dei docenti del Rosmini preoccupati per la politica del governo «che penalizza la scuola pubblica»



ROVERETO. Sono già oltre settanta (su 110) i docenti del liceo Rosmini che si aderiscono alla protesta di molte altre scuole d’Italia e del Trentino «per manifestare la propria preoccupazione nei confronti delle scelte politiche gravemente punitive della scuola pubblica, messe in atto dal governo nazionale, relative soprattutto alla riduzione delle risorse ad esse indirizzate». E per manifestare il loro dissenso metteranno in atto forme di protesta. Al di là dell’adesione allo sciopero nazionale di domani del comparto scuola (alcuni docenti hanno scioperato anche mercoledì 14 novembre) due proteste “eclatanti”: lo sciopero delle pagelle e delle gite. Come loro stessi scrivono sono previsti «la sospensione della consueta procedura di comunicazione scritta del profitti di metà quadrimestre alle famiglie e il blocco dei viaggi di istruzione, settimane linguistiche e visite guidate di un’intera giornata».

Come affermano i docenti del liceo Rosmini, se «può essere compresa in una contingenza di grave difficoltà come quella che stiamo vivendo» una certa riduzione delle risorse, «non può essere in alcun modo accettata nel momento in cui si preveda contestualmente lo stanziamento di più di 200 milioni di euro per la scuola privata. Gli articoli relativi al comparto scuola del “decreto di stabilità”, che si propone tagli economici ingenti ed immediati, sembrano momentaneamente accantonati, anche se non se ne specificano le modalità».

Restano ancora aperte questioni importanti. Tra le quali «l’attacco costante alla figura del docente, svilita nel suo riconoscimento professionale e sociale; la riduzione del potere decisionale degli organi collegiali, in particolare del collegio docenti; la condizione di precariato di molti docenti su cui si regge parte del sistema scolastico; il blocco del contratto che si protrae da alcuni anni...» Quanto all’aumento di ipotesi dell’orario di servizio questo «dimostra quanto non si tenga conto del reale ed effettivo lavoro svolto». Per gli insegnanti della scuola secondaria (medie e superiori) il contratto nazionale stabilisce gli obblighi di lavoro in attività di insegnamento in classe (le famose 18 ore alla settimana di lavoro) e attività funzionali all'insegnamento. «La parte principale di queste ultime consiste in adempimenti individuali; per quest’ultime non è quantificato un tempo di lavoro preciso, il quale però da calcoli approssimativi (arrotondati per difetto) assomma a non meno di 18 ore settimanali. Sono inoltre esplicitamente previste dal contratto altre attività funzionali all'insegnamento, per le quali è fissato un tetto di 80 ore annue, pari a circa 2 ore a settimana». Una situazione insostenibile che fa così scattare le protesta dei prof anche del Rosmini.©RIPRODUZIONE RISERVATA













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