Pagelle al Sait, ora è «tutti contro tutti» 

I licenziati valutano il ricorso, ma c’è anche il rischio di querele per la fuga di dati. E Kaswalder: «Io al presidente do zero»



TRENTO. Dopo lo scontro sui licenziamenti al Sait è scontro sulle “pagelle” dei lavoratori: l’azienda garantisce che i dati sono stati consegnati solo ai sindacati e all’ufficio del lavoro, con Cisl e Uil che si smarcano e accusano la Cgil di aver consegnato le schede nel corso di un’assemblea dei lavoratori. Il risultato è che alla situazione dei lavoratori licenziati (tra cui alcuni meditano la possibilità di fare ricorso) si aggiunge quella dei lavoratori che si ritengono danneggiate dalla diffusione di dati personali che comprendono anche informazioni sulle loro famiglie, sul loro reddito e soprattutto le valutazioni che oltre 300 dipendenti hanno ricevuto dai propri superiori. «Ho ricevuto telefonate di lavoratori piuttosto seccati per questa situazione e non escludo che qualcuno di loro possa intraprendere azioni legali» ha detto Lamberto Avanzo della Fisascat Cisl.

Sait - in una nota - ha sostenuto che le schede dei lavoratori sono state fornite (solo ai sindacati) con l’obiettivo di descrivere con la massima trasparenza il quadro della situazione ai soggetti coinvolti. Ma c’è chi considera un eccesso di trasparenza la diffusione dei dati di tutti i lavoratori (non solo di quelli licenziati, come previsto dalle normative) comprensivi delle valutazioni personali. Saranno i lavoratori, in ogni caso, a valutare eventuali iniziative.

Resta il tema della selezione effettuata da Sait nella scelta dei lavoratori da licenziare che - soprattutto sul fronte degli iscritti alla Cigl - è oggetto di valutazioni sull’opportunità (o meno) di presentare ricorso. Per i lavoratori coinvolti non sarà una scelta facile: chi accetta l’accordo avrà diritto anche all’indennità di uscita di circa 16 mila euro lordi (circa 12 mila euro nette), mentre chi dovesse scegliere la via del ricorso giudiziario rinuncerà a questa somma e anche alla possibile ricollocazione all’interno del sistema cooperativo trentino che dovrebbe riguardare, secondo gli accordi, una ventina di persone.

I legali spiegano comunque che la procedura collettiva seguita finora è destinata a trasformarsi in una serie di procedure individuali, insomma una sorta di “tutti contro tutti” nella speranza di salvare il posto di lavoro puntando (questa è la strategia) su eventuali errori o ritardi nelle procedure e (in seconda battuta) sull’analisi delle valutazioni effettuate dall’azienda. Dagli elenchi è evidente che ci sono lavoratori licenziati che hanno valutazioni superiori rispetto a colleghi che manterranno il posto di lavoro, ma hanno la sfortuna di lavorare in settori che Sait ha deciso di sacrificare nell’ambito della riorganizzazione.

Sul caso Sait è intervenuto in consiglio provinciale anche Walter Kaswalder, chiedendo verifiche alla Provincia sulla sostituzione dei lavoratori licenziati con altri lavoratori a tempo determinato: «Parlando di pagelline - ha detto Kaswalder - al presidente del Sait darei zero». (a.s.)















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