«Ospedali di valle, stop al piano»

Il consiglio delle autonomie a Borgonovo Re: «Prima il piano sanitario, concertato con i territori»



TRENTO. «La giunta sospenda qualunque decisione sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, fino a che non sia stato predisposto un organico e dettagliato piano sanitario provinciale». Lo stop arriva dal Consiglio delle autonomie, che ieri al termine di un ampio dibattito ha approvato il documento predisposto dal presidente Paride Gianmoena. L’altolà dei sindaci e dei presidenti di Comunità arriva quando mancano solo quattro giorni all’avvio della discussione in giunta provinciale sul piano di riorganizzazione degli ospedali dell’assessora Donata Borgonovo Re.

Un piano che, ancora prima di essere presentato, ha già sollevato polemiche a non finire dopo alcune anticipazioni fornite dalla stessa assessora alla salute, a partire dalla probabile chiusura del punto nascite di Tione. E così, da Tione a Cavalese, da Borgo a Mezzolombardo, sindaci e presidenti di Comunità sono scesi sul piede di guerra. Ma dentro la stessa giunta c’è chi ha fatto la voce grossa, come l’assessore Mauro Gilmozzi che ha detto no ad ipotesi di ridimensionamento dell’ospedale di Cavalese.

«Niente è stato deciso», è intervenuto il governatore Ugo Rossi per calmare l’ira degli amministratori di valle, «decideremo ascoltando i territori».

Ma evidentemente le rassicurazioni offerte non sono bastate. E il Consiglio delle autonomie ha deciso di mettere le proprie richieste nero su bianco. Primo: riconoscere ai Consigli per la salute una reale funzione di partecipazione alle scelte sulla politica sanitaria sui territori, «anche modificando se necessario - insistono i sindaci - la legge provinciale, in modo che la programmazione di medio-lungo periodo tenga conto delle istanze e delle particolarità dei territori». Secondo: ogni decisione sui servizi ospedalieri e territoriali delle Comunità di valle «sia prima concertata e condivisa con le Comunità stesse». Terzo, ed è in questo momento la richiesta di attualità, «sia sospesa qualunque decisione fino a che non sia stato predisposto un dettagliato piano sanitario provinciale, nel quale venga ripensata l’attuale articolazione del sistema sanitario, per garantire il reale funzionamento del nuovo ospedale del Trentino (Not) concepito in rete tra i sette attuali presidi ospedalieri e parità di trattamento per tutti i cittadini». Dai pronto soccorso ai punti nascita alle chirurgie, il documento chiede esplicitamente che gli ospedali periferici vengano valorizzati «prevedendo servizi di base e di emergenza e punti di specializzazione qualificati». E si chiude con l’invito all’assessora Borgonovo Re a confermare la propria disponibilità (già data in via informale al presidente Gianmoena) ad un incontro con il consiglio delle autonomie per condividere le possibili soluzioni e approfondire le criticità. L’incontro si terrà dopo il passaggio in giunta, ma è probabile che all’esecutivo non basterà una seduta per approvare la riorganizzazione ospedaliera.

Quanto il pressing delle Comunità peserà sulla decisione finale, lo si capirà nelle prossime settimane.©RIPRODUZIONE RISERVATA













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