Osler e Oss Emer alla resa dei conti

Domani dalle 7 alle 22 si vota per assegnare al ballottaggio la poltrona di sindaco: è la sfida tra vecchio e nuovo


di Paolo Silvestri


PERGINE. Domani è il giorno della resa dei conti. Dalle 7 alle 22 i perginesi saranno chiamati a decidere chi, tra Marco Osler e Roberto Oss Emer, sarà il loro sindaco nei prossimi due anni. Domani quindi nelle urne entreranno i giudizi definitivi dopo due settimane di schermaglie, colpi bassi, ma zero proclami. Due settimane di campagna elettorale vissuta tra prese di posizioni politiche, “tirate per la giacchetta” al singolo elettore e parole al curaro riguardo all'avversario pronunciate fuori dal bar. Una campagna vissuta su due livelli, ma nella quale nessuno dei contendenti ha fatto proclami da salvatore della Patria. Uno (Osler) ha sottolineato a più riprese il senso di continuità della propria candidatura, l'altro (Oss Emer) che ha puntato sull'essere uomo nuovo fuori dai giochi della politica e delle «tradizionali spartizioni», come dice lui stesso.

I grandi temi - che a Pergine ci sono eccome e sono pure pesanti e pressanti - in questa tornata elettorale, in verità, hanno avuto un peso specifico meno significativo del previsto. Un po', per dirla con Oss Emer, perché non hanno colore e si trovano nei programmi di tutti ed un po' perché la durata mignon del mandato - due anni appena - lega non poco le mani al futuro sindaco. Sempre citando Oss Emer, per sei mesi non ci sarà un interlocutore in Provincia (elezioni in autunno e poi formazione dell'esecutivo...) al quale rivolgersi per batter cassa.

E così in gioco domani ci sono le due facce, il vecchio e il nuovo, l'uomo d'apparato e l'imprenditore prestato alla cosa pubblica. Ci sono le dichiarazioni di voto di chi dal ballottaggio è rimasto escluso ed il pericolo di un crollo della percentuale dei votanti. E questa è forse l'incognita di questo ballottaggio, già di per se stesso evento poco usuale per Pergine (accadde solo nel 1995). Il 26 maggio era andato alle urne il 67,71% dei perginesi aventi diritto, il 5% in meno del 2009: questo dato sarà confermato domani o si assisterà ad un drastico calo dell'affluenza col rischio di avvicinarsi alla soglia del 50%? Tutto dipenderà dall'efficacia degli appelli di chi non è andato al ballottaggio. Le due coalizioni è probabile che confermino i rispettivi 3.279 (Osler) e 2.713 (Oss Emer) votanti del primo turno, ma dove andranno, se mai andranno, gli altri 4.149 voti raccolti dagli altri cinque candidati il primo turno, posto che alle urne vi vadano tutti?

Il Pd perginese (con i Verdi) dice peste e corna di Osler anche se dalla propria segreteria di Trento ne invocano una “riconversione” alla causa del centro sinistra autonomista: i suoi voti andranno al “trasversale” Oss Emer?

C'è poi Alternativa Pergine Futura colta da strabismo con Lazzeri che dice “mai con Osler” e dunque, pur lasciando libertà di scelta, di suo sta con Oss Emer, ma con l'anima storica della civica di centro destra, Diego Pintarelli, che a titolo personale invita a votare Osler in quanto “vecchio compagno di Dc”.

Ci sono poi i “grillini” invitati se stessi ad andare alle urne e votare secondo i programmi, tra ai quali sembra piacere un pelino più quello di Oss Emer. E poi ci sono ancora la Lega Nord, che invita i suoi fedeli rimasti ad “usare la testa” e Rifondazione Comunista che invoca un “voto di coerenza” ai propri compagni.

Detto ciò domani si vota e lunedì mattina si saprà di chi dovrà occuparsi di ex Cederna, Villa Rosa, San Cristoforo, Artigianelli, trasporto pubblico, scuole, viabilità, rilancio del centro storico e con soli due anni per far qualcosa. Meglio se di buono.

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