Operatrice di asilo licenziata perché denuncia maltrattamenti

La donna lavorava presso la scuola materna di Cognola gestita dalla Fondazione Kofler. Il giudice l’ha reintegrata al lavoro, ma i vertici dell’istituto l’hanno sospesa nuovamente



TRENTO. Raccogliere le preoccupazioni di due mamme su presunti maltrattamenti da parte di una maestra è costato caro a un’operatrice d’appoggio della scuola dell’infanzia equiparata di Cognola gestita dalla Fondazione B. Kofler. E’ stata licenziata praticamente in tronco con l’accusa di aver diffuso notizie che gettavano discredito sulla scuola. Non solo. Dopo che il giudice del Lavoro Giorgio Flaim e il Tribunale avevano reintegrato l’operatrice, la Fondazione, presieduta da Roberto Avanzi, l’ha sospesa dal lavoro in attesa dell’esito del processo penale avviato dalla querela per diffamazione presentata dalla maestra accusata dai genitori di aver maltrattato alcuni bambini. Da notare anche che la scuola aveva licenziato e poi, in tutta fretta ha reintegrato, anche una maestra che nella causa di lavoro aveva testimoniato a favore dell’operatrice confermando i maltrattamenti. Una situazione intricata che tormenta ormai da mesi la scuola materna di Cognola che è gestita dalla Fondazione Kofler. L’operatrice d’appoggio aveva raccolto le confidenze di una mamma. La donna riferì il racconto della figlia. La bambina le aveva detto che un giorno la sua maestra aveva preso per un braccio e fatto sedere un bambino vivace che cadde a terra e si fece male.

La maestra, sempre nel racconto della bambina, disse al piccolo: “Ti sei fatto male? Ti sta bene”. La stessa madre riferì altri episodio di minore gravità. L’operatrice d’appoggio disse di essere a conoscenza dell’episodio più grave e di aver assistito anche ad un fatto simile quando la maestra sotto accusa da parte dei genitori avrebbe scaraventato fuori dall’aula un bambino. L’operatrice, poi, suggerì alla mamma che si era rivolta a lei di parlare con il presidente della Fondazione Kofler, Avanzi. Aggiunse anche che il presidente era a conoscenza dei fatti in questione, ma che non aveva fatto nulla fino a quel momento. Questo è bastato per farle perdere il posto di lavoro. Secondo i responsabili della Fondazione Kofler l’operatrice avrebbe «gettato discredito sulla scuola e avrebbe violato i doveri di correttezza e buona fede». L’operatrice si è rivolta all’avvocato Gianfranco de Bertolini e ha impugnato il licenziamento con il procedimento d’urgenza. Durante la causa un’altra maestra della scuola ha testimoniato confermando di aver ricevuto confidenze sia da operatrici d’appoggio che da inservienti su presunti maltrattamenti inferti ai bambini dalla maestra di cui si lamentavano i genitori. Invece di prendere provvedimenti nei confronti della maestra accusata di maltrattamenti, la Fondazione Kofler ha preferito licenziare quella che ha testimoniato. Ma ha dovuto fare marcia indietro alla velocità della luce riassumendola dopo appena tre giorni. Poi, il giudice ha deciso il reintegro dell’operatrice licenziata ingiustamente e ha condannato la scuola a risarcirla delle mensilità perdute. Nel frattempo, però, la maestra accusata di maltrattamenti ha cambiato scuola e ha denunciato per diffamazione l’operatrice che è stata sospesa dal lavoro e dallo stipendio dalla Fondazione Kofler.

(u.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano