Nuovo braccio di ferro sulle riaperture Tocca ai musei: chiusi sino al 2 giugno 

La gestione della fase 2. Domani riunione dei direttori delle strutture trentine per decidere il da farsi. Occorre armonizzare le indicazioni romane con le esigenze della Provincia. Termoscanner o autocertificazione? Ecco il protocollo dell’assessorato alla cultura. Il nodo del personale


Gianpaolo Tessari


Trento. Adesso mancano all’appello i musei. e anche sul come farvi tornare le persone in sicurezza in questa fase 2 post covid non mancano i punti controversi. uno? meglio il termoscanner all’ingresso per misurare la febbre ai visitatori o basterà un’autocertificazione che non si è malati? trovata la quadra su bar e ristoranti per la loro riapertura si ripropone il braccio di ferro roma-provincia, sulla rigidità dei protocolli di sicurezza.

Confronto che ha fatto sudare le proverbiali sette camicie sino a venerdì sera al governatore maurizio fugatti. diciamo subito che al 99 per cento i musei trentini non riapriranno sino al 2 giugno ed infatti anche nel vicino alto adige hanno tirato il freno dopo un sin troppo ottimistico annuncio di ritorno all’attività per domani. c’è chi scommette che in molte città anche quella data possa essere una pia illusione e che diverse istituzioni del triveneto stiano ragionando su aperture simboliche, solo nei week-end, a partire da metà giugno.

Invece per domani si sono dati appuntamento i direttori dei musei trentini per fare il punto sui problemi che li attendono. che sono tanti, e se vogliamo, alcuni anche curiosi. uno su tutti, per capire di che cosa stiamo parlando: in tema di sanificazione come si può pensare di attuarla alle gallerie di piedicastello, sede da 6000 metri quadri del museo di storia? forse con i vigili del fuoco e le loro potenti strumentazioni. intanto nella seconda parte della settimana arrivano in commissione cultura provinciale i protocolli di sicurezza trentini messi a punto dall’assessorato alla cultura di mirko bisesti. e l’input che arriva dai piani alti di piazza dante è quello di procedere senza strappi con roma. anche perché sino a giugno non è consentita la mobilità tra regioni e la potenziale platea dei visitatori è dunque molto ridotta.

In soldoni i musei dovranno garantire in primis il necessario ricambio dell’aria. e qui strutture particolarissime come il muse, gabbia di vetro e metallo, sono alle prese con adeguamenti (non facili) dell’impianto di condizionamento e ricircolo. ma su questo tema di ricambio aria e sanificazione, detto delle gallerie, in provincia si sta ragionando sui forti e sulle loro incrostazioni, sui castelli affrescati e su altre strutture fragili e datate dove la sanificazione potrebbe fare danni non recuperabili.

Se non pare insormontabile la gestione delle prenotazioni (già esistente pressoché ovunque nei musei), i protocolli della provincia ora contemplano il mantra del classico metro di distanza e di un massimo di 4 persone presenti in dieci metri quadri. dovranno essere favoriti i percorsi unidirezionali e stabilito il tipo di transito: senza fermarsi, sosta breve (massimo 15 minuti) o assembramento, oltre i 15 minuti. serviranno barriere e dispositivi di protezione. e personale. qui si apre un altro fronte. i musi “vivono”soprattutto con personale del progettone. ha caratteristiche di essere spesso in età avanzata e con fragilità. potranno lavorare tra le gente e al chiuso e a rischio covid? insomma non è facile.













Scuola & Ricerca

In primo piano

L’ultimo saluto

A Miola di Piné l’addio commosso a don Vittorio Cristelli

Una folla al funerale del prete giornalista che ha segnato un’epoca con la sua direzione di “Vita Trentina”. Il vescovo Tisi: «Non sempre la Chiesa ha saputo cogliere le sue provocazioni»

IL LUTTO. Addio a don Cristelli: il prete “militante”
I GIORNALISTI. Vita trentina: «Fede granitica e passione per l'uomo, soprattutto per gli ultimi»
IL SINDACO. Ianeselli: «Giornalista dalla schiena dritta, amico dei poveri e degli ultimi»