ANIMALI

Nuovo allarme bocconi lungo l’Avisio

Lavis, esche avvelenate trovate anche sulla sponda di San Lazzaro: un cane salvato grazie all’intervento del veterinario


di Daniele Erler


LAVIS. C'è ancora preoccupazione a Lavis, sul lungo Avisio, dopo che dei cani si sono sentiti male per colpa di alcuni bocconi avvelenati (vedi Trentino del 5 aprile). Nelle scorse settimane ci sono stati purtroppo altri casi, e non solo sul lato di Lavis. Altri bocconi sono stati trovati al di là del torrente, sulla sponda trentina, nei pressi di San Lazzaro. Si starebbero occupando del caso anche i carabinieri, che hanno fatto una serie di rilevi, anche con la collaborazione del guardapesca e della polizia locale.

L'episodio sinora più grave ha coinvolto un cane, che è stato salvato solo grazie all'intervento urgente del veterinario. Dopo le segnalazioni raccolte dal Trentino, il sindaco di Lavis Graziano Pellegrini ha fatto esporre un cartello, che avvisa della «possibile presenza di esche avvelenate». Il consiglio è di utilizzare la «museruola, al fine di evitare l'ingerimento accidentale di sostanze pericolose per l'animale». Una prescrizione forse logica, ma che è comunque un limite non da poco. Soprattutto per le passeggiate sull'Avisio, che l'amministrazione ha deciso di destinare anche ai cani. Nella zona verso il biotopo, dove l'Avisio si avvicina all'Adige, i cani possono correre liberi. Andrea Vendola abita a San Lazzaro, e si fa portavoce dei sentimenti di chi abita in zona. «Siamo preoccupati, oltre che indignati», spiega. «Anche perché sull'Avisio, oltre ai cani, ci vanno spesso pure i bambini». E proprio ieri mattina, ad esempio, il Comune di Lavis ha organizzato “Puliamo il mondo”, un'iniziativa con le scuole, proprio nella zona del greto dell'Avisio, nei pressi della casa di riposo. «I bambini non hanno corso alcun pericolo», ha tranquillizzato l'assessore Lorenzo Lorenzoni. «Sono stati mantenuti in uno spazio limitato, che controllato e ripulito dai volontari, poco prima dell'arrivo dei bambini».

Resta invece il timore per le altre zone della passeggiata, dove i cani non sanno di poter correre un pericolo. Anche se, quanto meno, fra i loro padroni il passaparola sta aiutando a mantenere alta la soglia dell'attenzione. La voce è circolata anche sul web, attraverso i social network. Stefano Bortolami è uno dei veterinari del paese e ha lo studio in via Peratoner. «Personalmente, in queste ultime settimane non ho avuto casi di avvelenamento», dice. «Però anch'io ho ricevuto una serie di segnalazioni, che confermano la presenza dei bocconi».













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