Nuovi estimi catastali, Trentino a rischio stangata

Secondo un rapporto dell’Osservatorio del mercato immobiliare nella nostra regione i valori di mercato sono molto più alti rispetto a quelli teorici


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Proprietari di casa attenti, il rischio salasso è dietro l'angolo. Sono ormai decenni che si parla di revisione degli estimi catastali e, di conseguenza, dele rendite. Un'esigenza che si avverte con l'aumento delle imposte sugli immobili che vengono calcolate proprio in base al valore catastale. Il sistema attuale nasconde inefficienze e, soprattutto, grandissime iniquità. Lo dimostra il fatto che le imposte di immobili nel centro delle grandi città talvolta hanno un valore catastale e, quindi, una rendita molto inferiore a immobili che si trovano in periferia. Questo molto spesso è dovuto al fatto che gli immobili in centro sono stati ristrutturati mentre il valore catastale non è stato aggiornato. Il lavoro di revisione degli estimi si presenta molto lungo e complesso, ma da quello che emerge dai primi studi condotti in particolare dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate, i primi risultati non dovrebbero essere molto favorevoli ai proprietari immobiliari del Trentino Alto Adige. Infatti, secondo i dati dell'Omi pubblicati in un recente studio, gli immobili nella nostra regione sono quelli più sottovalutati. Per la precisione, secondo l'Osservatorio, in media, un immobile in Trentino Alto Adige vale 3,2 volte in più rispetto al valore catastale. Questo significato che un adeguamento degli estimi catastali ai valori di mercato farebbero lievitare le imposte. Un campanello di allarme che già suona forte sia per i proprietari di casa che per tutti gli altri operatori del settore che vedono il rischio di ulteriori aumenti delle imposte come un freno a un mercato immobiliare che è già in stato comatoso da anni.

L'opera di revisione dei valori catastali è stata affidata all'Agenzia del territorio che è entrata da poco nell'Agenzia delle Entrate, ma saranno coinvolte anche le varie categorie. Il timore di un ulteriore aumento delle imposte è palpabile, visti i precedenti. In passato, il passaggio dall'Ici all'Imu ha comportato l'aumento del 60 per cento delle rendite catastali in attesa di quelle nuove. In questo modo, in tutta Italia il gettito derivante dai 63 milioni di immobili è passato da 9 a 24 miliardi di euro. Adesso la revisione dei valori potrebbe portare ad altre amare o amarissime sorprese. Il governo ha inserito nella legge delega una norma secondo la quale la revisione degli estimi avverrà a parità di gettito. Questo vuol dire che se aumenteranno i valori catastali, comunque le imposte saranno rimodulate. Però quel dato dell'Omi preoccupa molto i proprietari immobiliari trentini e altoatesini. Secondo i dati dell'Osservatorio, le regioni oltre alla nostra che avranno gli aumenti maggiori saranno la Toscana e la Campania, nei cui territori il rapporto tra il valore reale e quello catastale è di 2,7. Rischia molto anche la Val D'Aosta, mentre al sud il rapporto è molto inferiore.

Il governo fa un discorso di equità, ma il rischio stangata è davvero dietro l’angolo, soprattutto per quegli immobili che hanno una valutazione attuale di molto inferiore rispetto al valore reale di mercato Per questo le categorie, non solo la Confedilizia, ma anche le categorie imprenditoriali e le assicurazioni, che possiedono grandissimi patrimoni immobiliari, hanno costituito un osservatorio con l’obiettivo di tenere il fiato sul collo dell’Agenzia per il territorio che procederà alla revisione degli estimi catastali.













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