Not, il punto debole era la commissione

Il presidente del Tar spiega la sentenza che ha bocciato il maxi appalto «Chi giudica la gara non può svolgere altre funzioni relative al contratto»


di Luca Pianesi


TRENTO. «Il Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento, quanto al ricorso di Pizzarotti, accoglie i motivi del ricorso principale attinenti l’illegittima composizione tecnica di gara; per l’effetto annulla il provvedimento di nomina della commissione tecnica e tutti gli atti ad esso successivi». È questo uno dei passaggi più forti del dispositivo di sentenza del Tar che lunedì ha, di fatto, bocciato il maxi appalto da circa 1 miliardo e 700 milioni di euro per la costruzione e gestione del Nuovo ospedale trentino (Not) assegnato a Impregilo dalla Provincia rimettendo in discussione «tutti gli atti successivi» alla nomina della commissione tecnica. Dunque tutte le decisioni prese dopo la redazione del puro e semplice disciplinare di gara. Il presidente del Tar Armando Pozzi, presentando ieri in una conferenza stampa straordinaria il dispositivo della sentenza (atto che permette di capire che cosa ha deciso il giudice, ma non il perché lo ha deciso in quanto privo delle motivazioni) ha spiegato quello che il Trentino sette mesi fa aveva anticipato nelle sue inchieste sul Not: «La sentenza ha accolto il ricorso in forza dell’articolo 84 del codice degli appalti - ha detto - che richiede espressamente che i commissari giudicanti di una gara non possano aver svolto alcun altra funzione o incarico tecnico o amministrativo relativamente al contratto in essere. Questo non perché tali commissari potrebbero essere scorretti o prevenuti nei confronti dei partecipanti, ma perché potrebbero mancare del criterio dell’oggettività “innamorandosi” di una parte di quel bando di gara scritto proprio da loro. Per esemplificare, è come se a un esame di storia dell’arte il professore esaminatore fosse il massimo esperto degli artisti fiamminghi. È chiaro che, anche senza volerlo, andrebbe a premiare proprio lo studente che gli andasse a parlare dei fiamminghi prima che delle altre correnti pittoriche». Insomma, per legge far partecipare nella commissione giudicante della gara qualcuno che è stato protagonista proprio della redazione del disciplinare di gara non si può fare. Ed è, invece, esattamente quello che la Provincia ha fatto compiendo un madornale errore, imperdonabile se si considera che quello in oggetto risulta essere il più grande appalto pubblico della storia del Trentino che costerà alle tasche dei contribuenti circa 1 miliardo e 700 milioni di euro spalmati su 30 anni (4 per la progettazione e costruzione dell’opera e 26 di gestione della struttura). Il direttore dell’Azienda sanitaria Luciano Flor e la dirigente provinciale Livia Ferrario, infatti, sono tra quelli che hanno predisposto il bando di gara e, successivamente, hanno fatto parte della commissione esaminatrice. Ma non è tutto. Il Trentino aveva anche mostrato come la Provincia avesse compiuto un’altra “leggerezza” (forse non dal punto di vista legale ma certamente da quello etico) nominando responsabile del Progetto Not Giuseppe Comoretto, prima di quest’incarico per più di 12 anni Pfi Director proprio di Impregilo e proprio per il settore del project financing (il tipo di appalto poi utilizzato anche per il Not). Il presidente della Provincia Ugo Rossi, all’epoca assessore alla salute, alle domande del nostro quotidiano su queste nomine aveva risposto, il 22 maggio: «Abbiamo nominato del personale interno all’amministrazione che per questo ci ha fatto ulteriormente risparmiare e che è stato scelto per le spiccate competenze». «Ora per completare l’iter - ha concluso il presidente del Tar - bisognerà aspettare che vengano depositate le motivazioni della sentenza, il che dovrebbe accadere tra 30-40 giorni. Dopo di che, ci saranno quasi sicuramente gli appelli delle imprese uscite sconfitte dal processo (Impregilo s’è vista tolta la vittoria dell’appalto ed è anche stata esclusa dal prosieguo della gara così come Cmb) e a quel punto spetterà al Consiglio di Stato decidere se accogliere la sentenza del Tar, e far procedere la gara solo tra Mantovani e Pizzarotti, o annullare la sentenza e lasciare il contratto a Impregilo».

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