aziende in crisi

Nordauto, nuovo appello per l’immobile

Il 20 ottobre andranno all’asta (base 3 milioni) gli ultimi due lotti di un capannone valutato (all’epoca) 13 milioni di euro


di Andrea Selva


TRENTO. Valutato dalla proprietà 13 milioni di euro, il capannone della Nordauto di Ravina porterà ai creditori (forse) la metà: una storia che fa notizia perché è quella di un’azienda e un marchio molti noti in Trentino, ma che è comune alle vicende di tantissime imprese ai tempi della crisi. L’ultimo appello è fissato per il 20 ottobre prossimo quando andranno all’asta i due lotti rimanenti dell’ex sede della Nordauto di via Stella: la base è di 3 milioni di euro con la possibilità di acquisto dei due lotti separati a 1,1 milioni di euro e 1,9 milioni di euro, secondo l’ultima stima del geometra Marco Rovatti. E’ stato già venduto nel 2013, invece, il primo lotto (la parte del capannone più a monte, verso l’abitato di Ravina) acquistato per 4,2 milioni di euro dalla società Auto Industriale (la concessionaria Mercedes che rilevò l’attività da Roberto Pizzinini). La valutazione iniziale per questo lotto era di 6,9 milioni di euro, ma ugualmente i creditori accettarono la proposta dell’azienda altoatesina, che già occupava l’immobile con un contratto di affitto, giudicandola la migliore possibile.

Conti alla mano la speranza dei creditori è di incassare la metà di quei 13 milioni che Nordauto aveva valutato il gigantesco immobile all’epoca in cui venne avanzata la richiesta di concordato preventivo. Anche se in realtà la stima dell’azienda venne subito ridimensionata a 9,8 milioni di euro quando il commissario giudiziale Patrizia Pizzini fece l’inventario dell’azienda nel 2011.

Quella che è seguita è una storia di aste andate deserte, con la necessità di suddividere in più parti (tre lotti) il gigantesco immobile della storica concessionaria Mercedes per cercare di assecondare le esigenze di due mercati in crisi: quello immobiliare, ma anche quello dell’auto, visto che erano proprio gli imprenditori dell’auto i potenziali interessati ad acquistare un’immobile che trent’anni fa era stato realizzato (e successivamente adattato con nuovi interventi) proprio per questo settore.

Per valorizzare l’immobile il liquidatore si è affidato anche a un’agenzia immobiliare, ma con grandi difficoltà di fronte alla ridottissima domanda da parte delle aziende. E dire che si tratta di una sede particolarmente visibile, in prima fila di fronte all’autostrada del Brennero, accanto ad aziende dai marchi prestigiosi come le cantine Lunelli e il consorzio del vino Cavit, vicino al nuovo casello autostradale di Trento sud che nel frattempo (dopo la crisi della concessionaria) è stato inaugurato.

Una crisi - quella dell’azienda di Roberto Pizzinini - cominciata con la richiesta da parte del Fisco di 6 milioni di euro, frutto di una presunta evasione fiscale. Una richiesta sempre contestata (anche in sede giudiziale) da Pizzinini ma che è stata comunque all’origine della decisione (sofferta) di arrivare al concordato preventivo con la vendita della sede di Ravina. Proprio quella valutata 13 milioni di euro e che - alla prova del mercato, dopo cinque anni di crisi, porterà in cassa solo la metà. In seguito Pizzinini ha concentrato la sua attività sul settore dei mezzi pesanti, con una nuova azienda a Trento nord che però - in seguito a ulteriori difficoltà - è stata ceduta.

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