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«No Valdastico? Addio concessione A22»

Delrio sferza i trentini: «Non voglio ripensamenti». Rossi: «Nessuno scambio. E l’accordo per noi non è affatto chiuso»


di Chiara Bert


TRENTO. «Per noi il problema Valdastico è chiuso. Abbiamo fatto l’accordo e non voglio ripensamenti dai trentini». E se accadesse? Qualche strumento ce l’avete? Risposta tranchant: «La concessione dell’A22». È il ministro Graziano Delrio a dichiarare ciò che fino a ieri sembrava inconfessabile: ovvero che il sì alla Valdastico Nord da parte della Provincia di Trento fosse un dazio da pagare per la proroga della concessione dell’Autobrennero. Il ministro Pd lo ha fatto ieri in una lunga intervista al Giornale di Vicenza in cui ha usato parole nette per rassicurare i veneti, parole che arrivano a pochi giorni di distanza dall’annuncio del colosso spagnolo Abertis, pronto ad acquistare la maggioranza delle quote della A4 in cambio della Valdastico Nord.

«Abbiamo chiuso un accordo con il Trentino per il corridoio (tra Valdastico e Valsugana, ndr) - ha detto Delrio - con la loro opposizione non era possibile continuare a prolungare la concessione dell’A4 davanti all’Europa». Poi ribadisce: «Conto che i lavori partano molto rapidamente». Lavori di cosa? «Non so che tipo di corridoio sarà - precisa Delrio - se anche fosse una strada a quattro corsie, con due in certi punti, fruibile com’è la Valsugana, non sarebbe mica un problema. Non penso che trasportatori e cittadini piangerebbero nel caso non ci fosse un pedaggio». Niente autostrada, dunque, quella prefigurata è una superstrada: «Continuando a inseguire sogni irrealizzabili poi si rischia di non fare mai le cose», avverte Delrio. Il completamento della Valdastico garantirà, secondo il ministro, quel progetto «credibile e proporzionato alle esigenze di traffico futuro», «alleggerito dalle merci che dovranno viaggiare su ferro».

Ma il nodo Valdastico è davvero così risolto come Delrio sostiene con i veneti? E la concessione A22 è davvero l’oggetto di scambio per strappare il sì del Trentino alla Pirubi? «A me questa cosa non è mai stata detta e non è affatto così», si affretta a rispondere il governatore trentino Ugo Rossi, «io su questo tema sono tranquillo». L’accordo sul «corridoio» di cui parla Delrio, per Rossi «non è per niente chiuso»: «Al tavolo si è condiviso che un’autostrada non ha senso in termini di costi-benefici, né in termini di passaggi, né guardando al futuro dei trasporti che investirà sulla rotaia. In modo serio e responsabile abbiamo ragionato di un collegamento che, se si farà perché utile, sarà proposto, pagato e realizzato dalla Regione Veneto o dalla stessa A4, con caratteristiche ben precise: non sarà un’autostrada, la progettazione sarà coordinata con la Provincia e il nostro piano urbanistico e vedrà la partecipazione delle comunità locali». «Ad oggi - prosegue Rossi - di tutto questo non c’è niente. Compete a chi vuole realizzare questo collegamento, avanzare una proposta. Serve un’ipotesi progettuale e condizioni che consentano al consiglio provinciale di adottare una legge che modifichi il Pup». L’affaire Valdastico, con un accordo che ciascun sottoscrittore tira dalla sua parte, è più che mai aperto. «Quando legge che c’è chi dichiara che i cantieri partiranno nel 2019, rimango o basito e molto preoccupato», confida il capogruppo provinciale Pd Alessio Manica. Il partito del ministro Delrio.













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