«No alle ecoballe come combustibile»

Interrogazione di «Sae» alla Comunità di valle: «Non vogliamo vengano utilizzate nel cementificio della Tassullo spa»


di Giacomo Eccher


TAIO. Le ecoballe della discarica Iscle come combustibile per un cementificio? No grazie, tanto più che in valle di Non un cementificio c'è, la Tassullo Materiali. A sollevare il problema, con una interrogazione in Comunità di valle, sono i consiglieri di Sae, Virgilio Rossi e Laura Podetti e chiedono al presidente Sergio Menapace e alla giunta «chiarezza sul futuro della discarica delle Iscle e sulle emissioni del cementificio di Tassullo».

A creare preoccupazione è la delibera del 30 dicembre scorso con cui la giunta provinciale ha approvato il IV° aggiornamento gestione rifiuti urbani-adozione preliminare. Il piano prevede, tra l’altro, nel medio-lungo periodo, la costruzione di un secondo impianto di produzione di Css (combustibile - solido - secondario), di potenzialità ridotta (circa 15.000-20.000 tonnellate/anno) per il recupero della discarica “Iscle” di Taio e per il contestuale trattamento del rifiuto indifferenziato della Valle di Non. «Il Css considerato non più come rifiuto, ma combustibile, quindi come prodotto industriale liberamente acquistabile sul mercato, trova molteplici utilizzi, compreso quello di additivo in parziale sostituzione di altri tipi di combustibile, nei processi di combustione dei cementifici, aventi determinate capacità produttive. E sembra sia già in previsione un accordo, fra la Provincia e la Italcementi per bruciare il Css nel cementificio di Sarche»,scrivono i due consiglieri. Ma se è possibile ipotizzare un risparmio economico nell’utilizzo del Css, non è altrettanto rassicurante l’impatto ambientale e sanitario delle sostanze derivate dalla sua combustione. «In effetti i cementifici si trasformerebbero in inceneritori o più propriamente termovalorizzatori, aventi addirittura dal punto di vista normativo limiti di emissioni 10 volte maggiori rispetto ai normali” inceneritori», affermano Rossi e Podetti. E spiegano: «Come ampiamente dimostrato scientificamente, già le emissioni di un normale cementificio danno origine a sostanze pericolose: vanadio, cadmio e cromo considerati rispettivamente possibile cancerogeno e cancerogeni di classe I (cadmio, cromo). La Comunità di valle è chiamata a dare un parere generale sul documento in oggetto, ed in particolare ad esprimersi anche sulla scelta della provincia di collocare in Val di Non la produzione di Css. Perciò, ci sembra doveroso far presente le informazioni anzidette, in considerazione del fatto che in valle è in funzione anche un cementificio, affinché il parere sia frutto di un attenta e approfondita valutazione ambientale-sanitaria e non solo limitata all’aspetto economico. In definitiva Rossi e Podetti vogliono sapere tre cose: se è ipotizzato un futuro accordo con la Tassullo spa per l'utilizzo del Css; quali sono le emissioni del cementificio di Tassullo; informarsi dalla Tassullo spa su quali sono gli attuali tipi di combustibili utilizzati e se è previsto un futuro utilizzo di Css.













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