Niente Luna park sui monti Unesco

Bocciato un impianto "zip-line" in Val di Fassa: la fune sospesa per scendere con la carrucola stile Indiana Jones non è coerente con lo spirito delle Dolomiti patrimonio dell'umanità


Gilberto Bonani e Andrea Selva


CANAZEI. Immaginatevi sospesi nel vuoto, mentre scendete la valle d'Antermont appesi ad una fune, sfiorando le cime degli abeti per quattro chilometri. Un sogno per temerari, un incubo per chi soffre di vertigini, un progetto da non realizzare per la Provincia: non è coerente con i principi delle Dolomiti tutelate dall'Unesco. Così hanno stabilito due commissioni ambientali.

Si chiama zip-line ed è un impianto a fune - già utilizzato, ad esempio, in Alto Adige - per scendere divertendosi appesi ad una carrucola. Ma il progetto presentato da Lorenzo Battisti, aspirante guida alpina di Vigo di Fassa, è già alla seconda bocciatura.

L'ipotesi prevedeva l'installazione di una serie di cavi in acciaio che, partendo dalla stazione di arrivo dell'impianto di risalita Canazei-Pecol, scenderebbero a valle con cinque tratte, intervallate da stazioni intermedie costituite da piattaforme in legno e strutture di ancoraggio per i cavi. La lunghezza complessiva dell'impianto sarebbe di 4.122 metri e la commissione comprensoriale per la tutela del paesaggio della Valle di Fassa aveva già negato l'autorizzazione paesaggistica, in particolare per la forte rilevanza ambientale del territorio attraversato e per il fatto che la linea andrebbe ad attraversare più volte la valle d'Antermont. Inoltre veniva sottolineato il problema legato alla realizzazione delle piattaforme e la necessità di intervenire sulla vegetazione per liberare lo spazio utile al passaggio delle funi, creando dei varchi nella continuità del bosco.

La commissione concludeva le proprie valutazioni sottolineando la scarsa coerenza tra quanto proposto e il recente inserimento dell'area dolomitica nel novero dei beni riconosciuti Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco.
Era il maggio scorso e Battisti presentò subito ricorso alla giunta provinciale, spiegando che era un intervento poco invasivo (solo cavi d'acciaio e qualche piattaforma di legno) con 32 passaggi massimi al giorno. Di più: Battisti era pronto anche a ridurre le misure delle piattaforme. Ma niente da fare: nuova bocciatura, ancora una volta in nome dei principi delle Dolomiti Unesco, sottolineando il danno visivo elevato (i cavi rovinerebbero il panorama sul Gruppo del Sella).

Ma ecco la frase esatta: «Si rimarca il giudizio di incompatibilità tra le modalità di gestione del territorio dolomitico connesse all'iniziativa e le esigenze di tutela e conservazione del quadro ambientale che l'inclusione nel patrimonio dell'umanità Unesco rende ancora più pressanti».

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