Nei guai per violenza su disabile

Il fatto è accaduto in un albergo a Ziano. Un anziano padovano rischia il processo


di Cristina Genesin


ZIANO DI FIEMME. Le tracce trovate nella biancheria intima della 31enne risultano coincidenti con i campioni biologici prelevati a G.C., 66enne di Mestrino. Secondo la procura non ci sono dubbi: è quanto basta per spedire a processo l’uomo, finito sotto inchiesta per violenza sessuale compiuta abusando delle condizioni di inferiorità fisica o psichica della persona offesa. Ecco perché il pm Bruno Fedeli ha formalmente chiuso l’inchiesta avviata nei confronti del padovano (difeso dal penalista Giovanni Chiello) e si prepara a chiedere il processo.

Era stata una vacanza da incubo quella trascorsa in montagna, a Ziano di Fiemme, da una 31enne affetta da un ritardo psicomotorio. All’inizio del 2013 aveva iniziato a frequentare un’associazione onlus. «Come ogni anno, è stato organizzato un soggiorno montano presso l’hotel Villa Jolanda a Ziano dal 24 al 31 agosto scorso», ha raccontato agli investigatori della squadra mobile di Padova, di fronte ai quali ha presentato denuncia. «Lì ho conosciuto G. che, per la prima volta, ha partecipato alle attività dell’associazione». Il 29 agosto la comitiva sta facendo rientro in albergo e il 66enne manifesta già dei comportamenti poco ortodossi verso la giovane che, stanca, è invitata a sedersi sulle sue ginocchia in attesa della corriera. Poi arriva la proposta: anche lui è stanco dopo la gita, le gambe sono doloranti e servirebbe un bel massaggio. «Sono rimasta interdetta», ha continuato la vittima, tutelata dall’avvocato Pierilario Troccolo. Poco più tardi la comitiva cena, poi la ragazza decide di recarsi nella camera del fidanzato. G.C. s’affaccia in corridoio, afferra per un braccio la 31enne e, con la scusa del massaggio, la trascina nella sua stanza chiusa a chiave. «Si era sfilato i pantaloni. Ho iniziato il massaggio, poi mi ha cinto con il braccio sulla vita e mi ha detto basta. Ho resistito, ma ero terrorizzata e non sono stata in grado di opporre resistenza», racconta ricostruendo il film di quell’incubo. «Mi ha infilato una mano sotto la maglietta e mi ha palpeggiato. Non riuscivo a parlare». Il resto è la cronaca di una violenza. All’improvviso scatta la reazione e l’uomo accetta di aprire la porta della stanza. La giovane, che aveva subito molestie all’età di 12, 13 anni dall’autista di una corriera della comunità frequentata all’epoca, è stata ritenuta credibile. Nei mesi scorsi, dopo aver subito una perquisizione, il 66enne ha ingerito un cocktail di farmaci nel tentativo di togliersi la vita: agli inquirenti avrebbe ripetuto di aver agito in preda allo sconforto, in un momento di debolezza provocato da una situazione personale difficile.













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