Nei cassonetti c'è ancora di tutto

Risultato imbarazzante del test sul «residuo secco» di due condomini


Luca Marsilli


ROVERETO. Doveva essere una lezione. Sul riciclaggio, su modi di vivere meno dispendiosi di energia e materie prime, sull'ecologia e sull'etica del rifiuto. Ma alla fine è stato anche e forse soprattutto un test. E il risultato, sotto gli occhi via via più delusi di giunta e sindaco, è stato disarmante. Da quei cassonetti è spuntato di tutto. Più o meno come 30 anni fa.

Per la «lezione» sono stati raccolti a campione e del tutto casualmente i rifiuti di quattro cassonetti condominiali. Destinati al «residuo secco». Per non fare torti a nessuno specifichiamo anche dove: due venivano da via Udine, zona piscina, e due da viale Trento, zona Intercity. Dati che non sono stati comunicati ufficialmente ed anzi, non sono stati comunicati per niente. Non sparate sul netturbino.

In teoria ci doveva essere solo quello che non ha una propria destinazione specifica nei molti settori del riciclaggio. Quel 70 e rotti per cento del rifiuto che già oggi Rovereto differenzia e che con un po' di diligenza in più si potrebbe portare all'85 per cento. Teoricamente anche al 95. A farla breve il risultato del test di ieri è che differenzia solo chi non può fare a meno di farlo. Tutti i «forzati» del sacchetto esposto davanti alla propria porta di casa, quasi sempre in bidoncini con nome e cognome. E comunque oggetto dichiarato di controlli a campione ai quali non si sfugge: sanno subito a che campanello suonare se i conti non tornano.

I condomini, per evitare i mucchi di sacchi, hanno il «privilegio» di utilizzare dei cassonetti. Privilegio perchè consente loro di gettare umido, secco residuo e carta quando vogliono, senza essere vincolati dal calendario della raccolta porta a porta. Ma in realtà diventa una sorta di licenza di fregarsene.  Da quei quattro cassonetti è uscita una grande quantità di carta (per lo più giornalini e opuscoli pubblicitari, di quelli che intasano le cassette della posta, ma anche lettere personali), cartoncino da imballaggi, plastica (soprattutto bottiglie) e lattine (soprattutto di birra). Ma in soli 4 cassonetti, in percentuali ovviamente minori, è spuntato un campionario completo di quello che non serve più. Da due tubi al neon a una torcia elettrica completa di pile, da un catetere a due asinelli in plastica (l'amico fraterno di Shrek), dalla pastasciutta a dei pesci morti. E si potrebbe aggiungere una mezza pagina di altre amenità. Forse metà di quel rifiuto era al posto giusto. E mescolato ad uno schifo indescrivibile.













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