Negozi in crisi, il Comune chiede un Piano Marshall 

Un fenomeno che preoccupa. In soli due anni “perse” quasi 500 imprese commerciali Per l’assessore comunale Stanchina la Provincia di Trento deve coinvolgere i privati



Trento. Serve un Piano Marshall per soccorrere le piccole imprese commerciali, messe a dura prova dalla concorrenza delle grandi catene da un lato e dagli acquisti online dall’altro. Lo sostiene l’assessore comunale Roberto Stanchina, commentando i dati resi noti dalla Camera di commercio, secondo i quali in due anni sono scomparsi quasi 500 negozi in Trentino.

Un doppio ostacolo per gli operatori del settore

«I problemi principali sono due: la difficoltà di accesso al credito e il caro affitti», afferma Stanchina. «Bisogna fare un ragionamento più ampio con le imprese e la Provincia nel primo caso, con privati e immobiliaristi nel secondo. Quando si pagano 8-9 mila euro al mese per 2-300 metri di superficie commerciale, subentrano le nuove catene, che fanno ragionamenti diversi ragionando su scala nazionale: possono infatti permettersi di andare in perdita a Trento, pur di essere presenti con il marchio». In questo contesto - commenta l’assessore comunale alle politiche economiche - «l’ente pubblico può avere un ruolo di regia e capofila, ma la partita è più articolata. Nel caso degli esercizi commerciali gli affitti stanno diventando insostenibili: e allora o hai il negozio in proprietà, oppure è molto difficile andare avanti...»

È pur vero che il food & beverage sembra non subire crisi: «Attenzione, perché non è tutto oro quello che luccica», osserva Stranchina. «Ci sono spese enormi di gestione e non è scontando di 50 euro il plateatico che veniamo incontro a questi soggetti. Qualche politica deve essere fatta, ma è assolutamente necessario anche l’appoggio dei privati».

Questi ultimi, in quanto tali, agiscono secondo criteri autonomi di convenienza economica: quali leve si possono usare per coinvolgerli? «Va istituito un tavolo specifico. Serve un piano Marshall? Parliamone».

La Provincia deve far sedere al tavolo i rappresentanti di categoria

E con Piazza Dante che riflessioni sono state fatte finora? «Ho affrontato marginalmente il problema con l’assessore Failoni, ma la cosa va presa in mano da zero, perché finora ci sono solo proclami. Guardiamo anche la questione dei buoni pasto, sollevata nei giorni scorsi da alcuni operatori: il servizio rischia di venire meno perché non è più sostenibile per le commissioni».

A questo tavolo - precisa Stanchina - «è fondamentale che la Provincia riunisca le categorie. I Comuni più grossi dovranno partecipare, naturalmente, ma occorre considerare che la Provincia sul commercio ha competenza primaria».

Da parte sua, l’assessore provinciale allo sviluppo economico, Achille Spinelli, afferma che «bisogna trovare il modo per portare sempre più persone a rivolgersi al commercio locale, missione molto difficile».

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