turismo

Muse, l’ultima settimana è da record assoluto

Il museo delle scienze preso d’assalto dopo Ferragosto, complice il maltempo. Il massimo dei visitatori è stato il 19 agosto: 3827. Rispetto al 2014, più 6%


di Paolo Piffer


TRENTO. Al Muse gira la battuta, immaginifica quanto efficace, secondo la quale in certi momenti in cui l’afflusso di visitatori è particolarmente marcato sembra di essere alla stazione Termini all’ora di punta.

Magari si esagera e ignoriamo i numeri dello scalo ferroviario romano, ma non quelli del museo disegnato da Renzo Piano. D’altra parte evidenti, almeno in quanto a massa, al solo dare un’occhiata a file, riferire di ingressi contingentati per motivi di sicurezza e di richieste all’ufficio informazioni con gli addetti sotto pressione. Ma poi basta passare in piazzale Sanseverino o nei parcheggi vicini per certificare che è difficile trovare un “buco” e le macchine girano come trottole impazzite alla ricerca di un rettangolo dove sostare. Il massimo di ingressi mai registrato finora è stato il 19 agosto, giorno in cui il museo è rimasto aperto fino alle 21 (durante la settimana, per tutto agosto, si chiude alle 19 compreso il lunedì, solitamente pausa canonica).

Mercoledì scorso sono entrati in 3827, il top e l’altro ieri, alle 14 e 30 i biglietti staccati erano già 3279. Perché i numeri non siano solo tali ma si possa fare un confronto, il paragone è tra gli ingressi registrati finora quest’anno e lo stesso periodo dello scorso. Secondo i dati fornitici dall’istituzione incastonata nel quartiere delle Albere, nel 2014 i visitatori, da gennaio a questi giorni, avevano toccato quota 377mila 827. Quest’anno sfondano il tetto dei 398mila. Per l’esattezza: 398mila 183.

L’aumento è quindi del 6%. Interessante “scorrere” la provenienza di chi decide di fare una visita. Il 24% fa pochi passi o chilometri, è gente di Trento o comunque della provincia. Il 5% “scende” dall’Alto Adige e un maggioritario 65% “sale” dal resto d’Italia. Ancora pochi gli stranieri, il 6%. Segno che, a livello di promozione, e non solo del Muse, probabilmente c’è ancora parecchio da lavorare sui mercati esteri.

«E per fortuna a luglio c’è stato bel tempo e la gente, giustamente, ha fatto altro preferendo magari rimanere all’aria aperta – minimizza, in modo sornione, il direttore Michele Lanzinger -. Non c’è dubbio che poi, in agosto, abbiamo avuto un grandissimo afflusso. In sintesi, comunque, ormai il Muse è percepito come uno dei musei italiani da visitare per cui se passi o ti fermi in Trentino un salto da noi lo si mette in conto». Mantenere questi numeri e non andare indietro. Mica facile.

«Aumentare gli ingressi sarà difficile – riflette il direttore -. Se non altro perché siamo al limite costante della capacità offerta dalla struttura in termini di sicurezza. In questo periodo abbiamo avuto problemi di sovraflusso con conseguenti code. Per mantenere i numeri raggiunti sarà molto importante garantire il profilo dell’accoglienza che siamo riusciti ad offrire finora e, dopo due anni di apertura, cominciare a modificare gli apparati interattivi e video per poter presentare al visitatore, nel corso del tempo, un’esperienza sempre nuova».

Intanto, oggi alle 18, a latere della mostra di Stefano Cagol, si discuterà di ecologia, cibo, cambiamenti climatici e futuro del pianeta con la scrittrice e curatrice Camilla Boemio e con Marianne Franklin, docente di politica e comunicazione all’università Goldsmith di Londra. Chi parteciperà all’incontro può visitare gratis gli spazi espositivi e partecipare alla visita guidata della mostra dell’artista trentino.













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