Mozzarella blu al caseificio FiavèImpianti fermi per una settimana

Ci vorrà più tempo del previsto per rivedere sui banchi frigo di negozi e supermercati le mozzarelle di Fiavé, dopo alcuni casi di mozzarella blu. La ripresa della produzione slitta alla prossima settimana, come spiega il direttore del caseificio Sergio Paoli



TRENTO. Ci vorrà più tempo per rivedere sui banchi frigo di negozi e supermercati le mozzarelle di Fiavé, dopo alcuni casi di mozzarella blu. La ripresa della produzione slitta alla prossima settimana, come spiega il direttore del caseificio Sergio Paoli, perché è difficile trovare la soluzione tecnica che eviti l’inquinamento dell’acqua di governo delle mozzarelle da parte del batterio pseudomoas. Si tratta di sostituire l’impianto di alimentazione dell’acqua, almeno 250 metri di tubi e 60 valvole. Per questo ci vorranno alcuni giorni. Intanto Paoli rassicura i lavoratori: «Li teniamo con noi».
Paoli spiega che è questione di giorni: «Abbiamo capito in quale tratto dell’impianto si trova il problema, ma è difficile trovare la soluzione. Il batterio si annida nelle tubazioni che riforniscono d’acqua l’impianto, ma si tratta di centinaia di metri di tubi e non sappiamo ancora bene come agire. Dovremmo sostituire 250 metri di tubi e almeno 60 valvole per fare una linea di asservimento del liquido totalmente nuova. Per questo motivo, la produzione non riprenderà domani come avevo preventivato in un primo momento. Si andrà sicuramente alla prossima settimana. Non sono in grado di dire quando. Potrebbe essere lunedì come giovedì. Speriamo di capire presto come fare per risolvere il problema». Intanto si attendono i risultati delle analisi effettuate sia sull’impianto che sulle scorte di prodotto. I campioni sono stati inviati a Padova, ma ci vorranno un paio di giorni per avere i risultati. Paoli, però, dice di non aspettarsi molte sorprese: «I risultati saranno in linea con quelli delle analisi che abbiamo fatto noi. Il batterio è presente in quantità minima, molto al di sotto dei limiti di legge. Nessuno degli esami effettuati da noi ha evidenziato questo problema e nessuna delle mozzarelle conservate qui da noi è diventata blu. Questo significa che la proliferazione del batterio avviene dopo che le mozzarelle vengono trasportate con i camion frigo e portate nei punti vendita». Quindi la proliferazione del batterio secondo il caseificio è dovuta alle condizioni climatiche. Rimane la coincidenza con il caso della mozzarella prodotta in Germania e diventata blu. Paoli, però, ribadisce che il problema non riguarda il latte, come già evidenziato anche dai veterinari dell’Azienda sanitaria: «Noi non compriamo un litro di latte. Quello che lavoriamo proviene tutto dai nostri soci. Il problema riguarda l’acqua e non il latte. Il batterio prolifera in determinate condizioni e se il prodotto viene conservato a temperature intorno ai 4 gradi».
Paoli rassicura anche i sindacati per i timori riguardanti l’occupazione: «Non mettiamo il personale in cassa integrazione. I lavoratori li teniamo qui con noi a fare quello che c’è da fare in questo momento molto inteso e poi contiamo di riprendere la produzione molto presto. Non posso ancora dire quando perché i problemi tecnici sono complessi, ma almeno sappiamo dove intervenire».
Altro problema che Paoli sarà chiamato ad affrontare molto presto è quello del marketing: «Il danno è molto forte. Almeno 600 mila euro a causa del blocco della produzione e del ritiro dal mercato di svariati lotti di mozzarelle. Poi ci sarà il danno di immagine. Per quello dovremo pensare anche a una campagna a hoc, ma non abbiamo ancora avuto il tempo di programmare nulla. Ora ci sono i problemi tecnici da risolvere al più presto. Entro pochi giorni»













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