Morì soffocato in pista ci sono quattro indagati

Sciatore cadde e si infilò sotto la rete di protezione della Tulot restando impiccato. Nei guai il presidente, il direttore e anche due dipendenti delle Funivie


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. Morì dopo quasi venti giorni di agonia. Tersilio Tenerini, anziano turista di Perugia, era caduto mentre sciava sulla pista Tulot, a Pinzolo. Un incidente dalla dinamica assurda quanto tragica. Era il 25 gennaio scorso, quando Tenerini, in compagnia di alcuni amici, stava facendo l’ultima discesa della giornata. A un tratto, perse il controllo degli sci e finì contro la rete di protezione della pista. Purtroppo, si infilò in uno spazio tra il cordino in acciaio che doveva tenere tesa la rete e la neve. Rimase in bilico con il corpo sospeso quasi nel vuoto e il collo impigliato nel cordino. Rimase a lungo senza ossigeno. Venne rianimato, ma morì 18 giorni dopo l’incidente all’ospedale di Foligno dove era stato trasferito nel frattempo. Il referto medico individuava la causa della morte in un’asfissia da impiccamento.

Il pubblico ministero Davide Ognibene ha aperto un’inchiesta per quella morte assurda e ha iscritto sul registro degli indagati quattro persone. Si tratta di Antonio Masè, presidente delle Funivie di Pinzolo, Pio Maturi, direttore delle stesse funivie, Luciano Caola, responsabile della manutenzione della pista Tulot dal dicembre 2011 e di Fausto Collini, responsabile della stessa pista prima del 7 dicembre 2011. L’ipotesi è quella di omicidio colposo. Secondo quanto ipotizzato dai periti della Procura, il cordino della rete non sarebbe stato teso e per questo si sarebbe venuto a creare uno spazio vuoto tra la rete e il mano nevoso. Proprio lo spazio nel quale si è infilato lo sfortunato sciatore. Già in un primo momento, invece, i responsabili degli impianti avevano sostenuto che si trattava di una tragica fatalità. Secondo loro, lo spazio nel quale si è infilato Tenerini si sarebbe prodotto a causa dell’assestamento del manto nevoso nel corso della giornata. Quindi non vi sarebbe alcune responsabilità di chi doveva tenere la pista in ordine.

Per stabilire come sono andate effettivamente le cose, il pubblico ministero ha chiesto al giudice per le indagini preliminari Calo Ancona di fissare un’incidente probatorio sulla dinamica dell’incidente. Il gip ha concesso l’incidente probatorio, che è una specie di anticipo del processo che serve ad acquisire una prova con le stesse garanzie del dibattimento. Il giudice ora nominerà un proprio perito che dovrà ricostruire la dinamica dell’incidente. In particolare il perito dovrà verificare se i responsabili della manutenzione della pista abbiano adottato tutte le cautele necessarie per evitare il tragico destino capitato a Tenerini e se siano state rispettate tutte le normative in materia.

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