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Molestie a una quindicenne, profugo allontanato

Il sindaco di Rovereto Francesco Valduga: massima attenzione e solidarietà alle famiglie. Previdi: impegniamo immigrati in progetti sociali


di Giancarlo Rudari


ROVERETO. Già sabato sera il giovane sudanese di 28 anni denunciato per molestie nei confronti di una minorenne è stato allontanato dal campo di accoglienza di Marco. Un provvedimento assunto dai responsabili di Cinformi dopo l’intervento e gli accertamenti dei carabinieri chiamati dal padre di una ragazzina allarmato per l’attenzione del giovane africano nei confronti della figlia.

La ragazzina sabato pomeriggio è stata molestata e inseguita dal parco di Marco fino a casa. Terrorizzata per le attenzioni ricevute dal giovane immigrato ha raccontato al padre il suo terribile episodio e, con l’aiuto di un passante, ha bloccato il sudanese fino all’arrivo di una pattuglia dei carabinieri. Quindi l’accompagnamento in caserma per l’identificazione e la denuncia per molestie. Ma non ha fatto nemmeno in tempo a rientrare al campo di accoglienza di Marco che il giovane è stato allontanato dai responsabili di Cinformi e trasferito in un’altra struttura. A Marco un paio di settimane fa era successo un analogo episodio ma in quell’occasione il molestatore era stato messo in fuga dal padre di una ragazzina che stava portando a spasso il cane.

«E’ vero, paura c’è stata a Marco per questi episodi. Oltre ad esprimere solidarietà alle bambine e alle loro famiglie - afferma il sindaco Francesco Valduga - ho parlato con i carabinieri: la nostra attenzione è massima così come il nostro impegno primario è quello di garantire un giusto equilibrio tra la cultura dell’accoglienza e la sicurezza. Certo che quanto più c’è assembramento, più la percezione della sicurezza viene a calare. Invito la Provincia a coinvolgere altri Comuni per distribuire i profughi su tutto il territorio e non concentrarli in alcuni territori».

«Manca la collaborazione di molti Comuni trentini per l’accoglienza - aggiunge l’assessore alle politiche sociali Mauro Previdi - perché con i numeri più piccoli il controllo può essere maggiore. Capisco la situazione che sta vivendo Marco, ma per uno o due episodi non si può puntare il dito su una categoria come quella degli immigrati. Non è questione del colore della pelle e il caso va attribuito a chi si rende protagonista di questi episodi. Si parla di sicurezza e di percezione della sicurezza quando è certa politica che sfrutta determinati episodi a fini elettorali. Questa è la politica che parla alla pancia e non al cuore della gente».

L’assessore Previdi sottolinea il concetto di accoglienza «che non vuol dire dar da mangiare e da dormire. Con Cinformi abbiamo già impiegato ospiti in lavori socialmente utili così come una trentina di loro ha dato disponibilità per l’emergenza neve. Quello che stiamo cercando ora è un capannone per creare opportunità di inserimento di questi giovani attraverso corsi specifici da meccanico o da falegname». «Mi dà fastidio - conclude l’assessore - che invece di creare condizioni di convivenza civile accettabile, ci sia chi alimenta stati d’animo che nulla hanno a che fare con la vocazione culturale trentina all’accoglienza che è contraria all’astio e all’esclusione».













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