Molestie a bambina di 11 anni, arrestato

In manette un insospettabile trentasettenne di Rovereto per le attenzioni morbose rivolte alla figlia di amici


di Paolo Tagliente


ROVERETO. A togliere la maschera all’orco è stato l’occhio silenzioso e invisibile delle telecamere sistemate dalla Polizia. Anche questa volta l’orco si nascondeva sotto i panni di un trentasettenne roveretano in apparenza normale, con un lavoro normale e normali relazioni affettive. Frequentava da tempo la casa di una coppia di amici, genitori di una bambina undicenne che, non di rado, dovendo assentarsi, mamma e papà lasciavano con l’amico. Certo non immaginavano cosa accadeva in loro assenza e, probabilmente, non si sarebbero mai insospettiti se la piccola non avesse cambiato comportamento e avesse lanciato loro qualche messaggio “sopra le righe”. Avrebbe potuto trattarsi di un semplice malessere infantile, magari legato alla scuola o le amicizie, ma con il passare del tempo i genitori si sono convinti che la cosa fosse assai più seria e hanno deciso di rivolgersi al dirigente del Commissariato di Rovereto, il vice questore aggiunto Leo Sciamanna, e raccontare cosa stava accadendo, a esprimere le loro preoccupazioni e ad esternare, con comprensibile timore, i loro timori e i loro sospetti.

Sciamanna ha subito intuito che la situazione non andava affatto sottovalutata e ha deciso di compiere tutte le verifiche del caso. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Valerio Giorgio Davico, hanno portato alla sistemazione di alcune telecamere all’interno dell’abitazione della famigliola. I tecnici della Polizia di Stato hanno sistemato occhi elettronici in molte stanze. Occhi nascosti in punti strategici che hanno registrato quanto accadeva in casa quando il trentasettenne rimaneva solo assieme alla bimba. Immagini agghiaccianti che hanno confermato nella maniera più cruda i sospetti dei genitori: l’uomo si avvicinava alla piccola, la baciava e la accarezzava nelle parti intime. Attenzioni morbose che avrebbero potuto andare anche oltre se gli investigatori del Commissariato, ritenuto di aver raccolto materiale sufficiente per inchiodare il pedofilo alle proprie responsabilità, non avessero deciso di intervenire. E così, martedì mattina, ai polsi dell’uomo sono scattate le manette ed è stato trasferito al carcere di Spini di Gardolo. Deve rispondere del gravissimo reato contemplato dall’articolo 609 del Codice Penale: atti sessuali con minorenni. Secondo gli inquirenti roveretani le prove contro l’uomo sarebbero schiaccianti.

Per i genitori, intanto, inizia ora un difficile percorso insieme alla figlia per farle superare le molestie subite senza che queste lascino segni indelebili nella sua vita futura.

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