Maxi rissa: in 8 patteggiano e tornano liberi

Fanno parte del gruppo di profughi fermati dopo il pomeriggio di violenza e sangue di luglio



TRENTO. Erano stati arrestati dopo un pomeriggio di guerriglia urbana che Trento non aveva mai vissuto. Fino a ieri sono rimasti in cella ma ora, in virtù di un patteggiamento, sono tornati liberi. Stiamo parlando di otto dei 24 profughi che erano finiti in cella il 22 luglio. È stato infatti raggiunto un accordo di patteggiamento - sei mesi - con sospensione delle pena per cui per loro si sono subito aperte le porte del carcere di Spini. Se questa è una certezza, ce ne sono meno sul loro futuro. Il loro tempo di permanenza come profughi è infatti scaduto ed è possibile che il loro ritorno il libertà sia all’insegna della clandestinità.

Difficile per i trentini dimenticare quella domenica pomeriggio di luglio che si era conclusa con 27 arresti. 24 di questi erano profughi dalla Libia che provengono da paesi dell'Africa subsahariana come Ciad, Niger, Mali, Sudan, Gambia, Guinea, Costa d'Avorio e Burkina Faso. Uno era un cittadino marocchino di 30 anni arrestato perché era in possesso di 28 grammi di hashish. Gli ultimi due arrestati erano dei minorenni tunisini. Per tutti le accuse erano: resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall'uso di armi e dal fatto che erano più di 5, rissa aggravata e porto abusivo d'arma. Quella domenica per alcune ore, il salotto buono della città era stato teatro di un regolamento di conti tra bande di centroafricani e i rivali tunisini. Inseguimenti, accoltellamenti, risse, il negozio di un tabaccaio invaso da una torma urlante, aggressioni con bastonate anche contro una volante della polizia, una pistola trovata in terra e tanta violenza, gli ingredienti di quello che si può definire un ordinario pomeriggio di follia. Pesante il bilancio: due feriti, uno preso a coltellate, l'altro a bottigliate in testa oltre a tanta, tantissima paura per chi ha assistito all’esplosione di violenza.













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