Mattarei, 135 mila euro per il «tempo pieno» 

La proposta della presidente votata dal cda: «Il mio stipendio è omnicomprensivo, Fracalossi e Fezzi non paragonabili»



TRENTO. Mauro Fezzi prendeva 100 mila euro lordi all’anno come presidente della Federazione della Cooperazione. Venerdì scorso il consiglio d’amministrazione di via Segantini ha deliberato, pare con alcune astensioni, un compenso di 135 mila lordi all’anno per il nuovo presidente Marina Mattarei. Ma secondo la presidente non c’è aumento: «Io svolgo l’incarico a tempo pieno mentre Fezzi e Fracalossi avevano ritenuto di mantenere gli impegni precedenti. Per questo io stesso ho avanzato la proposta in Consiglio d’amministrazione e poi, al momento del voto, sono uscita. Inoltre, a differenza dei miei predecessori, per ragioni di trasparenza ho proposto che il compenso sia comprensivo di tutti gli incarichi nei vari organismi, come il comitato esecutivo, all’interno della Federazione. Incarichi per i quali, invece, i miei predecessori percepivano gettoni di presenza per alcune migliaia di euro». Resta il fatto che l’aumento del compenso lordo del presidente passa da 100 a 135 mila euro lordi all’anno, il 35%. Aumento in parte compensato sicuramente dal fatto che la nuova presidente non percepirà altri gettoni, per un valore di poche migliaia di euro comunque, ma che contraddice la parola d’ordine lanciata negli anni dalla stessa Mattarei: sobrietà.

Nella nota ufficiale della Federazione, poi, si nega addirittura che ci sia alcun aumento, sfidando la matematica: «Il cda della Federazione nella seduta del 13 luglio scorso ha deliberato l’importo dei compensi spettanti agli amministratori dell’ente. Tra essi, quello della presidente ammonta a 135mila euro (lordi) l’anno, in linea con i compensi “ordinari” degli ultimi anni, già diminuiti rispetto al periodo precedente. L’indennità dell’allora presidente Diego Schelfi fu ridotta nel 2012 da 150 a 135mila euro (sempre lordi), e quella è la cifra deliberata anche per la presidente Mattarei. I compensi dei brevi periodi di presidenza di Fracalossi e Fezzi sono da considerarsi eccezioni e quindi non confrontabili. La presidente Mattarei ha chiesto e ottenuto di considerare il suo compenso omnicomprensivo, rinunciando ai gettoni di presenza (cento euro) spettanti per le riunioni di cda, esecutivo e comitati di settore». Nella nota interviene la stessa presidente: «Nessun aumento semmai il contrario. Ho proposto una cifra equa, in linea con i predecessori (salvo le eccezioni recenti), rispetto al valore del ruolo e al tempo che vi si dedica. Ritengo che i compensi vadano deliberati con giudizio e resi noti, ma non annullati o mortificati in nome di una mal posta questione di sobrietà. Per questo motivo nei giorni scorsi ho rassegnato le dimissioni dal consiglio di amministrazione del Consorzio Sait, di cui facevo parte da due anni. Intendo mantenere invece il ruolo di presidente della Famiglia Cooperativa Vallate Solandre che mi permette di mantenere viva la relazione con il territorio e la base sociale. Per tale incarico percepisco un compenso lordo omnicomprensivo di 4mila euro l’anno».

Sempre nella seduta di venerdì è scoppiato un altro caso sul suolo nel consiglio di Federcasse. Fezzi aveva ritirato la delega a Diego Schelfi, la nuova presidente ha ritenuto di non darla ancora a nessuno e di andare lei. Il rappresentante del credito in cda Misconel, però, ha protestato vibratamente minacciando anche l’uscita delle Rurali della Federazione se non avranno il posto in Federcasse. Sul punto la presidente è chiara: «Al momento la delega l’ho tenuta io, ma non intendo presenziare ovunque, quindi se il settore trova un rappresentante unitario e di alto profilo non ho nessun problema a dargli la delega».

Ma il compenso di 135 mila euro non convince molto neanche il fantacandidato del centrosinistra, come si definisce lui, Paolo Ghezzi, che ieri mattina ha postato: «Nooo, Marinaaaa. Dimmi che non è vero. Che ti hanno male interpretata. Che sono maliziose insinuazioni dei tuoi avversari. Dimmi che non è vero che la presidente del rinnovamento si alzerà lo stipendio, quando la lotta ai privilegi è il primo cardine di ogni cambiamento». (u.c.)













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