Maschio, M5s: «Già al lavoro sulle alleanze»

Trento. Il capogruppo dei Cinquestelle in Comune, Andrea Maschio, è perentorio: «Dopo quanto si è visto al Governo, ed ora pure per le regionali in Umbria, sarebbe francamente incomprensibile se per...



Trento. Il capogruppo dei Cinquestelle in Comune, Andrea Maschio, è perentorio: «Dopo quanto si è visto al Governo, ed ora pure per le regionali in Umbria, sarebbe francamente incomprensibile se per le amministrative del maggio prossimo Roma non ci lasciassero fare delle alleanze. Ci pare che la possibilità di muoversi in questo modo sia stata ampiamente sdoganata. Lasciare ancora il M5s da solo, sarebbe come dire fate “testimonianza”. Non c’è solo l’Umbria, ho visto che si sta discutendo anche per possibili alleanze nel Lazio. Io mi sto muovendo da tempo, intessendo rapporti, cercando di capire chi ha programmi ed interessi comuni per il maggio prossimo. Ripeto, sarebbe il colmo se dovesse arrivare uno stop dal partito a livello romano. L’ultima volta che è stato qui da noi, però, Luigi Di Maio ci ha detto chiaramente che sarebbe stato autorizzato caso per caso» chiude il consigliere comunale.

Filippo Degasperi, che guida la delegazione provinciale del M5s, è perentorio: «Beh, il contro ordine rispetto al non fare alleanze a Roma c’è già stato quando siamo andati con la Lega. La prima volta, con Salvini, si poteva dire che si è trattato di un’eccezione. La seconda volta, il Conte bis con il Pd,è stata la conferma. Ora se si tratta anche per le regionali, si può ben dire che si tratta di una regola. Io in passato avevo cercato di fare ragionare Roma sul tema delle alleanze, semmai a dover essere sorpresi saranno quelli che hanno sempre osteggiato questa possibilità. C’era un no perentorio persino alla discussione ed al confronto con altri. Per quanto mi riguarda - osserva Degasperi - il via libera c’è già stato. Sarebbe incomprensibile che non si lasciasse al territorio, a chi ha in mano il pallino, la regia delle elezioni (il capolista, il candidato sindaco) la libertà di manovra concessa altrove. Ci dicono che continuano a fare tutte queste operazioni, controvoglia, per il bene dell’Italia. Se qui ci negano questa possibilità, vuol dire che stanno lavorando contro il bene di Trento» chiude Degasperi.

Ma come in tutti i partiti, i Cinquestelle trentini non fanno eccezione, ci sono ampie differenze di vedute. Ecco l’altro consigliere provinciale Alex Marini, un passato nello staff di Riccardo Fraccaro, considerato più vicino alle “sensibilità” romane: «Attenzione, quello che sta succedendo non equivale al “Tana libera tutti”. Io sono molto scettico sulle alleanze elettorali, sono per un sistema politico che dovrebbe funzionare su base proporzionale. Ognuno fa la propria lista, si crea un’assemblea politica, e poi da lì si ragiona. Questa è la mia premessa. Nel caso specifico del Movimento Cinquestelle sono scettico: a livello locale, per mia esperienza, vedo che di civico c’è ben poco. Spesso si parla di “civico” quando uno vuole costruire qualche cosa attorno a sè e non sa come chiamarlo ricorre al termine civico. Qui, sia a livello provinciale che comunale, abbiamo vari esempi. Quando Di Maio è venuto in Trentino aveva detto “Potremmo ipotizzare degli esperimenti politici anche su base civica, aprendoci a situazioni diverse dai partiti. Ma ogni situazione dovrà essere vagliata”. Secondo me questo è il giusto approccio. Insomma non è che ognuno può fare quello che gli pare, intessendo alleanze con l’amico locale. Il caso dell’Umbria si giustifica con una situazione peculiare». Insomma un’alleanza altrove non coincide per forza con una qui.G.T













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