Manovra, sgravi Irap e stretta sul personale

Premiate le imprese che aumenteranno fatturati, dipendenti o produttività Saltano l’indennità di vacanza contrattuale e il pagamento di ferie arretrate


di Paolo Morando


TRENTO. Un’articolata serie di misure si sgravi per le imprese che, a vario titolo, contribuiranno a sostenere e rilanciare il Pil. Ma anche un’ulteriore giro di vite sul personale. Sono alcuni dei provvedimenti principali contenuti nella manovra finanziaria per il bilancio annuale 2013 e pluriennale 2013-2015 approvata ieri dalla giunta provinciale, manovra che oggi, quando avverrà il deposito in Consiglio, inizierà il proprio iter in vista dell’approvazione entro fine anno. Confermate dal presidente Dellai tutte le cifre già anticipate nei giorni scorsi: le entrate si attesterenno sui 4 miliardi e mezzo di euro, con un calo del 3,1% rispetto ai 4.645 milioni del 2012, riduzione del 2% della spesa corrente (da 2.931 a 2.871 milioni) e dell’8,9% di quelle in conto capitale, cioè gli investimenti (da 1.789 a 1.629 milioni).

Il sostegno alle imprese. Il bilancio riserva risorse destinate all’innovazione e alla ricerca pari al 2,1% del Pil, quota vicina agli obiettivi europei. Dai fondi europei finora non utilizzati arriveranno invece 20 milioni di euro per finanziare la nascita di nuove imprese avviate da giovani. Le scelte più significative, fortemente volute dall’assessore Olivi, sono però in campo fiscale, con la conferma delle misure di sgravio dell’Irap già in essere e l’esenzione totale per 5 anni alle nuove imprese. Ulteriori agevolazioni sono previste per quelle aziende che si aggregheranno tra loro o che adotteranno contratti di solidarietà con cui allargare la platea dei lavoratori, attraverso contributi erogati dall’Agenzia del lavoro a quei lavoratori anziani che decideranno di collocarsi in posizioni di impiego part-time favorendo nuove assunzioni di giovani. Ciò che più conta sono però i criteri soddisfatti i quali sarà possibile per le imprese accedere a ulteriori sgravi. Sono tre, fra loro alternativi: i primi due consistono nell’aumento del fatturato o dei dipendenti a tempo indeterminato per una quota pari ad almeno il 5%. Il terzo, ed è il cuore del provvedimento, si concretizzerà invece nella sottoscrizione da parte di imprese e organizzazioni sindacali di accordi territoriali o aziendali sull’aumento della produttività. Così facendo, si potrà accedere a fondi statali (per il Trentino circa 16 milioni di euro) che la Provincia ha deciso di integrare stanziandone altri 12. Il risultato finale sarà una riduzione del cuneo fiscale per le aziende con benefici anche in termini di detassazione delle buste paga dei lavoratori. Nel 2012 il gettito Irap per la Provincia è stato di 150 milioni di euro: la stima, se le aziende perseguiranno tutte le possibilità messe in campo, è che possa calare di un’ottantina. Più che ripagati però in termini di aumento del Pil e di gettito conseguente.

Il personale. Dopo la carota, ecco il bastone. Nelle pieghe delle 50 fitte pagine delle Disposizioni per la formazione del bilancio (la vera e propria manovra), si nascondono infatti misure come quella relativa all’indennità di vacanza contrattuale. Che la Provincia, in questo caso adeguandosi alle scelte dello Stato, ha sostanzialmente deciso di abolire per il 2013 e 2014, periodo in cui si conferma il blocco dei rinnovi dei contratti collettivi per il perdonale provinciale e degli enti strumentali. Se fino a quest’anno dunque l’esile aggiornamento delle retribuzioni era basato su due pilastri, appunto l’indennità di vacanza contrattuale e il Foreg, ora resterà solo quest’ultimo, peraltro rifinanziato. Il giro di vite è a tutti i livelli: si prevede infatti una modifica della legge del 1992 sull’attività amministrativa con la quale per i dirigenti la «mancata o tardiva emanazione di un provvedimento» costituirà elemento di valutazione della responsabilità anche a livello disciplinare. Infine le ferie. Che vanno obbligatoriamente fruite, senza trattamenti economici sostitutivi. Anche in caso di fine rapporto per pensionamento, dirigenti compresi. Che nella prassi si ritrovavano a fine carriera con monti ferie da smaltire pagate a peso d’oro. Non accadrà in più: al massimo, per quelle maturate nell’ultimo anno precedente alla cessazione del servizio.

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