la separazione

Mamma non paga per i figli andrà a fare volontariato

La donna avrebbe dovuto dare 300 euro al mese per i due ragazzi ma non l’ha fatto Ha messo a posto gli arretrati ed è stata accolta la sua richiesta di messa alla prova



TRENTO. I fascicoli nelle cancellerie del tribunale sono sempre di più. Sempre di più i genitori chiamati a rispondere davanti al giudice per non aver versato il mantenimento stabilito nelle sentenze di separazione e divorzio per i figli. E quasi sempre sono i padri che devono pagare. E che non pagano. Ma questa volta finire sul banco degli imputati per il mancato versamento dell’assegno mensile è una mamma. Una mamma di due figli (diventati nelle more del giudizio maggiorenni) ai quali - questa è l’accusa - non ha mai versato i 150 euro che erano stati decisi. Costringendoli ad abbandonare la scuola per poter provvedere alle necessità quotidiane visto che il padre - cui erano affidati - nel frattempo era stato licenziato. Una situazione difficile con accuse reciproche fra i coniugi e con i figli in mezzo. Come purtroppo spesso accade. Ora la madre ha pagato parte degli arretrati, ma non ci sarà condanna visto che la donna ha chiesto e ottenuto la messa alla prova. Un centinaio abbandonante di ore da volontaria e se la valutazione finale sarà positiva, il reato sarà estinto.

Nel procedimento c’erano stati diversi colpi di scena, il più importante era stato di tipo economico. La donna, infatti, motivava il mancato pagamento degli assegni di mantenimento con la difficoltà di reperire il denaro, ma gli accertamenti della guardia di finanza avevano permesso di scoprire che la mamma aveva occultato (facendoli transitare su altri conti) qualcosa come 188 mila euro. Insomma il denaro per partecipare al mantenimento dei figli ci sarebbe stato, ma non sarebbe mai stato erogato. C’era stato anche un decreto penale di condanna da poco meno di 4 mila euro ma la donna aveva presentato opposizione e si è arrivati così in aula dove ha chiesto la messa alla prova. Che è stata concessa ma subordinata al risarcimento delle parti civili che si erano costituite, ossia i due figli (entrambi maggiorenni al momento) e il padre-ex marito rappresentati dall’avvocato Karol Pescosta. La donna ha così presentato due assegni di 3.200 per ciascuna (arretrati fino a febbraio) e poi nell'ultima udienza ha dato ulteriori 500 euro a ciascun figlio per le ultime mensilità. Ma non c’è stato il risarcimento dei danni. Ora il via libera alla messa alla prova con il centinaio di ore che la donna dovrà svolgere come volontaria.













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