DELLAI: il numero dei consiglieri è un “vulnus”

«Ma applicheremo per primi gli altri tagli»

TRENTO. Primo: «Mi farò promotore di una proposta affinché il Trentino-Alto Adige sia la prima Regione ad applicare il decreto del governo». Secondo: «Ma la riduzione del numero dei consiglieri è un...



TRENTO. Primo: «Mi farò promotore di una proposta affinché il Trentino-Alto Adige sia la prima Regione ad applicare il decreto del governo». Secondo: «Ma la riduzione del numero dei consiglieri è un vulnus: se passasse in seguito a una decisione unilaterale del governo, allora potremmo aspettarci di tutto. Dico no: l’Autonomia è un bene indisponibile». Terzo: «E comunque mi chiedo: dove’erano quegli apparati che ora gridano allo scandalo mentre l’Italia accumulava 2 mila miliardi di debito pubblico? Vengano pure da Roma, a governare loro il Trentino: poi vedremo davvero se costa meno». Un Dellai scatenato anche ieri, nella conferenza stampa del venerdì, sul decreto-scure del governo contro i costi della politica. Ma oltre a ribadire quanto detto giovedì nell’intervista al Trentino, la “bandiera bianca” sulle indennità, il vento dell’antipolitica, l’erba di Regioni virtuose e spendaccione nello stesso fascio, il presidente della Provincia ha fissato alcuni paletti certi. A partire dai controlli preventivi della Corte dei conti che il decreto, a dieci anni dalla loro abrogazione, reintroduce su ogni atto di Provincia e Regione (previa intesa in Commissione dei dodici): «Mai violata alcuna norma, ben vengano i controlli, ma significa deresponsabilizzare gli amministratori. È un atto di sfiducia dietro cui vedo un processo di verticalizzazione del potere contrario a tutte le grandi culture politiche italiane». Sulla riduzione dei consiglieri, riaffermata la valenza costituzionale della norma statutaria che ne determina il numero (che sembrerebbe mettere Trento al riparo da termini di inadempienza e sanzioni), Dellai ha insistito: «Apriamo pure un confronto, ma l’iniziativa può venire solo ed esclusivamente dal Consiglio regionale e da quelli provinciali, rivedendo l’intero Statuto: solo così una modifica potrà essere approvata dal Parlamento, ogni passo diverso sarebbe una violazione del patto costitutivo delle Autonomie». E ancora: «Comprendo le ragioni del governo e noi Regioni, soprattutto del Nord, dobbiamo essergli alleate nel processo di riforma dello Stato: proprio perché la nostra organizzazione è migliore, mentre Roma fa acqua da tutte le parti». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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