M25 sotto processo e poi scagionato

L’orso trentino era accusato della strage di pecore nell’alto bresciano ma è stato «salvato» dal radiocollare



TRENTO. Dopo accurato processo, M25 è stato assolto. No, non è l’orso trentino il serial killer delle pecore nell’alta valle bresciana, e quindi l’irrequieto plantigrado può tornare a scorrazzare felice e innocente nei boschi. Succede anche questo, che gli animali si siedano (metaforicamente per carità) sui banchi degli imputati, ma M25 ne è uscito da orso libero nonostante testimoni oculari abbiano raccontato di averlo visto in azione. A scagiornarlo è stato il radiocollare, prova regina in questo processo, che ha dimostrato come M25 al momento dei fatti fosse a chilometri di distanza dal luogo incriminato. E il colpevole dell’uccisione di numerosi capi dovrebbe essere da ricercare in un altro orso che ancora non è stato identificato.

A «salvare» dall’accusa l’orso che da tempo ha lasciato il Trentino dov’è nato ed è diventato la star - soprattutto in negativo - prima della stampa svizzera e poi di quella lombarda è stata la polizia provincia che dopo numerose segnalazioni di attacca subiti da greggi di pecore fra la Valtellina e la Vallecamonica, ha analizzato la situazione. E questo è il risultato. E quindi è vero che un esemplare di orso adulto si aggira nei boschi dell'alta valle bresciana, ma i danni inferti alle greggi al pascolo nelle praterie d'alta quota non sono assolutamente a lui imputabili. Le pecore trovate morte ultimamente sul Padrio (montagna in territorio di Corteno Golgi dove il grande predatore è stato avvistato da un pastore sabato scorso) non sono state predate di M25, questo il nome in codice dell'orso camuno, o di un altro plantigrado. Così sottolinea sulla stampa bresciana in un comunicato il comandante della Polizia provinciale, Carlo Caromani. L'ufficiale smentisce decisamente la ricostruzione della strage di ovini dai proprietari degli animali. Molti dei quali dopo l'avvistamento hanno riportato al sicuro nelle stalle capre e pecore. «Gli spostamenti del soggetto presente nell'area a cavallo fra Vallecamonica e Valtellina sono costantemente monitorati grazie al radio collare di cui è dotato - si legge nella nota -. Riguardo alle predazioni segnalate sul Padrio, per ora sono giunte solo due richieste di accertamento. È stato effettuato per entrambe regolare sopralluogo che però ha escluso l'orso come responsabile delle uccisioni». Gli allevatori della zona però ribattono sostenendo che un veterinario da loro incaricato avrebbe confermato che a uccidere gli ovini sarebbe stato proprio un orso. A questo punto la certezza che si ha è che il colpevole almeno non è M25. Lui è stato scagionato dal radiocollare che ne indica con frequenza la presenza. E al momento dell’attacco, lui era a chilometri di distanza». (m.d.)

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