"Luna Park" della caccia a Cadino, parla il promotore: «Rilancerà l’economia»
L’imprenditore De Salvador porta avanti il progetto nonostante l’opposizione delle doppiette di Faedo: «Campo d’addestramento serio per cacciatori, altro che luna park»
FAEDO. «Altro che disastro ambientale, sarà l'occasione per rilanciare l'intera economia della zona, salvaguardando il territorio». A sostenerlo è Giuseppe Domenico De Salvador, l'imprenditore che – con la famiglia – sta portando avanti il progetto di un'area di “addestramento cani con sparo” a Cadino Alto.
L'idea dei privati è di destinare circa 100 ettari, in un fondo che è comunque da generazioni di loro proprietà, per concretizzare un progetto ben regolamentato dalla legge, ma che per il Trentino sarebbe una novità assoluta. Nella zona sarebbero liberati fagiani, starne e quaglie, che potrebbero poi essere abbattuti dai cacciatori, durante l'addestramento del loro cane. Una sorta di “luna park” della caccia? Non secondo De Salvador, a cui la definizione non piace.
«Sarà un campo d'addestramento, serio e regolamentato – spiega –. Si saprà chi entra, chi è, quanti saranno gli animali immessi e quanti abbattuti. Stiamo andando avanti con il progetto, nonostante ci siano stati alcuni problemi, legati all'opposizione dei cacciatori di Faedo». Una bega che rischia di superare il confine della dialettica. Come quando, porta a porta nella zona del piccolo paese della Rotaliana, i cacciatori hanno diffuso il progetto di De Salvador. Con anche il dato sensibile del suo numero di cellulare.
«Questa loro ostilità non ha portato a granché – ribatte De Salvador –. Ho fatto anche proposte per coinvolgerli nel progetto e nell'attività, ma hanno precluso ogni possibile discussione. Io ho sempre mantenuto un basso profilo con i cacciatori, e sono sempre stato disponibile a parlare con loro. Ma evidentemente il progetto tocca qualche interesse».
In realtà i cacciatori di Faedo, esprimendo il loro parere (per altro non vincolante), lamentavano come il progetto porterebbe a un «grave disturbo ambientale e a importanti danni venatori». Perché, nella richiesta avanzata in Provincia, si parla di «40 partecipanti giornalieri, che potrebbero abbattere fino a 400 capi di selvaggina».
«In realtà – precisa De Salvador – nella richiesta ho specificato il massimo consentito dalla legge, nelle nostre previsioni ci aspettiamo al massimo tre-quattro persone al giorno. Può essere comunque un modo per rilanciare l'economia locale, anche perché sono tutte persone che avranno bisogno di strutture ricettive. Non a caso ho già avuto commenti positivi dai ristoratori locali.
La realtà è che oggi circa tremila cacciatori sono costretti ad andare fuori Provincia per addestrare i loro cani, in un territorio completamente diverso rispetto a quello trentino. Sono soldi nostri, che vanno a vantaggio di altre zone». Il progetto comunque è destinato a far discutere, e potrebbe aprire anche un altro fronte: quello degli animalisti.
«Non ho questo timore – conclude De Salvador – perché, a parte qualche estremista, gli animalisti sono persone serie, che si preoccupano dell'ambiente. L'alternativa sarebbe stata disboscare l'intera zona e utilizzarla per la viticoltura. Così invece salvaguardiamo e valorizziamo il territorio, aggiungendovi un'attività che metterà in moto l'economia».