giovani agricoltori

Lorenzo Tonina: «Agraria col sogno di rilanciare la zona»

Dagli studi a Bologna al desiderio di valorizzare le sue Giudicarie: «Amo la vita all’aria aperta»


Carlo Bridi


COMANO TERME. Ancora una volta andiamo a raccogliere la testimonianza di un giovane innamorato della propria terra, delle Giudicarie esteriori, in questo caso. E tra i suoi sogni Lorenzo Tonina mette in cima quello di vedere la sua valle ben coltivata, che valorizzi anche i suoi prodotti della terra e della stalla. Tonina ha 24 anni e sta completando gli studi universitari alla Facoltà di Agraria di Bologna.

Ma nel contempo, subito dopo le scuole superiori, ha preso in mano l’azienda agricola di famiglia che rischiava di venire abbandonata in quanto il papà non è altri che il vice presidente della Provincia, Mario, che in questi anni ha altro da fare.

L’azienda era in parte del nonno materno e in parte di quello paterno, entrambi contadini. Era un’azienda zootecnica tant’è che Mario si era specializzato con gli studi proprio nel comparto zootecnico arrivando a coprire l’incarico di direttore della Federazione degli Allevatori Trentini. Ora la stalla è stata quasi chiusa, sono rimasti solo degli animali di bassa corte dai maiali, ai polli ai conigli. Ma anche per rispettare le tradizioni di una volta, tant’è che da parecchio Lorenzo ha ripreso a farsi le “lucaniche” e i salumi come si faceva in tutte le famiglie contadine.

L’azienda ha una superficie di oltre tre ettari ed è coltivata a patate, mais da granella, ma ha reintrodotto anche il frumento, coltiva pure le rape bianche che servono per confezionare le ciuighe del Banale. Immancabili le coltivazione delle noci, tipica coltura della zona.

Agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso, nella parte alta del comune, e precisamente a Lundo, ma poi anche nella piana del Lomaso era stata introdotta la coltivazione del ribes nero, una sorta di “piccoli frutti” ante litteram, una coltura - ricorda Lorenzo - che suo nonno materno aveva messo a dimora con risultati molto interessanti fino a quando non si sono aperte le frontiere dell’Est Europa da dove questo prodotto veniva importato a prezzi che erano la metà dei nostri quindi la coltura è stata abbandonata.

«Noi - afferma Lorenzo - i prodotti li consegniamo alla cooperativa Agri 90 di Vigilio Giovanelli di Storo, che valorizza molto bene tutte le nostre granelle sia di mais che di frumento».

Alla domanda del perché della scelta di impegnarsi nella coltivazione oltre che negli studi, Lorenzo risponde che la decisione è legata al mantenimento dell’azienda dei nonni almeno fino a quando si sarà laureato in tecnologie agrarie, poi deciderà quale sarà il suo futuro. Per ora non ha fatto scelte definitive e i punti di domanda sul suo futuro sono più numerosi delle certezze. Perciò vuole riflettere. «Certo - aggiunge - il mio sogno nel cassetto è quello di riuscire a svolgere un’attività che mi permetta di mantenere e valorizzare la mia campagna all’interno di un progetto di rilancio dell’agricoltura della zona. Il tutto nell’ottica della sostenibilità e dell’immagine del nostro territorio».

In quest’ottica anche i rapporti con l’ambiente di lavoro hanno un importanza fondamentale. «A me piace molto il lavoro all’aria aperta, non riesco a vedermi chiuso in un ufficio. E questo nel rispetto dell’ambiente che per me è una precondizione di ogni attività economica che miri alla sostenibilità che deve essere sociale, ambientale ma anche economica. Per questo non vedo maturi i tempi per una coltivazione biologica delle nostre colture in quanto c’è ancora molto da lavorare per rendere sostenibile anche dal punto di vista economico la scelta del biologico che sicuramente è una scelta valida che non intendo minimamente mettere in discussione», afferma Lorenzo.

«Una cosa è certa: al di là del biologico sono convinto che tutti in ogni tipo di coltivazione ci dobbiamo impegnare nel ridurre l’uso dei fitofarmaci: innanzi tutto per la nostra salute, per quella dei consumatori ma anche per la salute di tutto l’ambiente». Ambiente che è il nostro patrimonio fondamentale.

Pur essendo ancora molto giovane Lorenzo ricopre diversi incarichi nel campo sociale, innanzi tutto nell’ASUC di Comano Terme, poi in Agri 90 ma anche nel Movimento Giovanile della Coldiretti, Coldiretti Giovanimpresa.

E gli amici cosa dicono della sua scelta? «Molti la vedono bene e si sentono di condividerla anche se è molto impegnativa visto che in diversi periodi dell’anno sei impegnato dall’alba fin dopo il tramonto. Questo aspetto non sempre viene compreso da chi è esterno in quanto l’agricoltura è un’attività che ti lega indissolubilmente al ritmo delle stagioni. Quindi quando c’è da seminare, da fare i trattamenti o da fare il raccolto, tutto va fatto senza tentennamenti. Questo vuol dire - conclude Tonina - che solo se c’è passione puoi fare questo lavoro».

 













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