Lorenzin: «Punti nascita, basta deroghe»

La ministra chiude sui requisiti, Cavalese torna a rischio. Visita alla Protonterapia: «Curerà pazienti anche di altri Paesi»


di Chiara Bert


TRENTO. «Noi abbiamo dei parametri per la sicurezza, io sono contraria alle deroghe delle deroghe». La ministra della salute Beatrice Lorenzin, ieri in visita a Trento, chiude alla possibilità di standard meno rigidi sulla presenza di pediatri nei punti nascita (4 reperibili anziché 6 in pronta disponibilità) come chiesto dalla Provincia. Lo ha fatto rispondendo alla domanda sul futuro del punto nascita di Cavalese, che torna ad essere a rischio (nonostante la deroga concessa dal ministero) per mancanza di pediatri. Ne servono 6, ma su 18 iscritti al concorso hanno partecipato in 5, solo 4 lo hanno superato e solo 2 hanno dato disponibilità su Cavalese. «Avevamo altre aspettative», ammette deluso l’assessore Luca Zeni, «si sta facendo l’impossibile ma la realtà è molto difficile. Vediamo se riusciremo ad avere qualche pediatra di altre Regioni (il 21 dicembre scadono i termini per la mobilità, ndr)». Ma le speranze di arrivare a 6, nonostante la mobilitazione della val di Fiemme, restano poche.

Anche su Arco, Lorenzin conferma: «Abbiamo riesaminato i dati e non c’erano i presupposti per concedere deroghe». La ministra ieri ha dedicato gran parte della sua visita al Centro di Protonterapia: «Quando ho saputo che in Italia c'era un centro cosi - ha confessato a medici e personale sanitario - mi sono sentita molto orgogliosa ma ho provato anche una certa rabbia per le difficoltà dei pazienti di altre regioni nel potervi accedere. Per questo motivo ho insistito ad inserire nel più breve tempo possibile queste terapie nei nuovi Lea (i livelli essenziali di assistenza, ndr) che da 15 anni attendevano di essere rivisti. Spero che siano licenziati definitivamente durante il dibattito sulla legge di bilancio così da averli operativi dal 1° gennaio. In tutto il mondo ci siano solo 47 centri come quello di Trento e solo altri due in Italia. Trento può attirare pazienti non solo italiani, ma anche dal resto d’Europa e quindi remunerare anche la piena produttività di questa struttura. L’Italia diventa uno dei luoghi più specializzati dove effettuare terapie innovative».

Prima del Centro di protonterapia la ministra aveva visitato con il governatore Ugo Rossi e l’assessore Tiziano Mellarini il Nucleo elicotteri a Mattarello: «È bellissimo, con una grandissima tradizione del Soccorso alpino», ha detto Lorenzin, «l’elisoccorso fa di questa regione, anche di notte, un modello a cui guardare per tanti territori che hanno caratteristiche simili. I dati clinici che ho visto dimostrano che ha permesso di salvare centinaia di vite umane». Sulla cartella clinica on line, su cui il Trentino è partito, ha spiegato che «bisogna evitare che ogni Regione si faccia la sua piattaforma». Infine, nella giornata contro la violenza sulle donne: «Abbiamo dati drammatici, serve un lungo e faticoso lavoro culturale sugli uomini violenti e ancor prima sui bambini». E ha esortato: «Denunciare non significa farsi gli affari degli altri ma spesso salvare una famiglia».













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