Lettere, svelato il palazzo di vetro

Nel «cilindro» una scenografica aula magna. Vetri contro il rumore


Luca Marognoli


TRENTO. Dall'esterno la grande "cattedrale" di vetro e pietra color pastello che ospiterà la facoltà di Lettere sembra quasi pronta al taglio del nastro. Ma prima che arrivi quel momento passerà almeno un anno: nel cantiere di via Tomaso Gar prevedono di ultimare l'ala nord entro novembre e l'intera opera per il maggio 2012. Anche in questi giorni di grande caldo gli operai dell'impresa di costruzioni vicentina Maltauro lavorano alacremente all'interno della struttura, che ha una sua chiara fisionomia (gli uffici sono già stati visitati da alcuni docenti), ma appare ancora allo stato grezzo. Ci sono le malte all'interno dei locali, ma non la pavimentazione, e si lavora all'impiantistica.

In tutto, sono una sessantina gli addetti all'opera, tra dipendenti della società appaltatrice e di quelle in subappalto. Quando studenti e professori potranno finalmente entrarci, saranno sicuramente colpiti dalla scalinata che dal piano terra conduce nel ventre del grande cilindro, posizionato all'interno del parallelepipedo alto 22 metri. Una soluzione scenografica che rappresenta senza dubbio l'elemento architettonico più interessante della nuova sede da 35 milioni di euro. Quello sarà il cuore della facoltà, perché ospiterà un'aula magna ad anfiteatro con più di 350 posti a sedere.

«Un locale che sarà al servizio di tutto l'ateneo, per cerimonie e occasioni importanti», spiega il preside di Lettere, Maurizio Giangiulio. Che guarda con ottimismo al traguardo che si avvicina. «Sicuramente l'anno accademico 2012-2013 inizierà nella nuova sede - precisa - e gli studi dei docenti saranno pronti in estate. Stanno facendo tutti un ottimo lavoro».  La facoltà riacquisterà anche la sua unità: attualmente infatti è divisa tra la sede storica di via Santa Croce e il palazzo dell'ex Cassa malati in piazza Venezia. Una frammentazione che non aiuta né la logistica né tantomeno favorisce l'incontro tra gli studenti e lo stesso personale docente. «Tutta l'attività verrà concentrata in via Tomaso Gar», continua il preside.

«Ci saranno anche aule per più di 100 persone, oltre naturalmente agli uffici della facoltà, ad altri utilizzati dall'ateneo e a un grosso parcheggio sotterraneo. Nell'atrio, inoltre, troverà posto il presidio per gli studenti». In sede progettuale, un'attenzione particolare è stata riservata ai materiali e alla dotazione tecnologica. «Saranno adottate soluzioni molto avanzate - conclude Giangiulio - con le ultime tecnologie per la didattica e vetri antirumore sul lato fiume dove passa la ferrovia».

L'atrio sarà illuminato dalla luce esterna, grazie alla copertura vetrata sotto la quale è stata posizionata una travatura di legno. Alcuni degli uffici affacceranno proprio sul cilindro e sulla "piazza interna" coperta, altri guarderanno sui lati, verso il Bondone e verso via Tomaso Gar.  La nuova facoltà avrà il vantaggio di essere a un passo dalla biblioteca di ateneo che Botta realizzerà in piazzale Sanseverino e dal quartiere delle Albere con il Muse.













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