Lettere, nuova megasede benedetta e contestata

Folla di autorità e studenti per la presentazione della facoltà in via Tomaso Gar. Protesta silenziosa per la benedizione da parte del vescovo Luigi Bressan


di Martina Bridi


TRENTO. Per anni gli studenti iscritti alla facoltà di Lettere e Filosofia di Trento hanno frequentato le lezioni in strutture provvisorie e in aule improvvisate. Ieri, finalmente, la tanto attesa inaugurazione della nuova sede ha messo definitivamente fine al peregrinare dei 2.800 studenti che, a partire dal prossimo anno accademico, potranno recarsi in via Tommaso Gar per seguire i corsi, sostenere gli esami e studiare.

«La parola più adatta ad esprimere il mio stato d'animo attuale è “finalmente” - ha affermato il rettore dell'Università di Trento Davide Bassi durante l'inaugurazione – dopo tanto attendere e numerose difficoltà, dal ritrovamento durante gli scavi di reperti romani ai residuati bellici, ecco un edificio spazioso, tecnologicamente avanzato e funzionale sia per l'attività di ricerca che di didattica».

L’imponente struttura, progettata dai giapponesi della Ishimoto, si sviluppa in tre corpi di fabbrica e cinque piani fuori terra, sono state realizzate 32 aule, tra le quali 4 aule informatiche e la nuova aula magna di ateneo da 330 posti. I posti sono complessivamente 2.500 e 170 sono le postazioni informatiche. La facoltà è stata ideata come una struttura aperta al territorio, facendo ampio uso del vetro e trasparenze, collocata in un'area a ridosso del centro che è stata motivo di critiche proprio per l’inserimento urbanistico e la richiesta di deroga per i volumi. Il costo totale dell’opera è stato di 48 milioni di euro.

«Nel corso degli anni la facoltà ha cambiato diverse sedi e, per questo motivo, ha rischiato di perdere il proprio senso di identità e funzione», ha commentato il preside di Lettere e Filosofia Maurizio Giangiulio. «Ora, in questo luogo fisico concreto e tecnologicamente sofisticato, sono fiducioso del fatto che l'attività didattica e di ricerca potrà solo migliore».

Durante l'inaugurazione non è mancata la preannunciata manifestazione contro la benedizione della facoltà da parte del vescovo Luigi Bressan. Una trentina di ragazzi, in silenzio, hanno assistito all'inaugurazione tenendo sollevati in aria dei fogli con scritta la motivazione del loro dissenso. «Non voglio la benedizione perché...», l'incipit uguale per tutti al quale, alcuni di loro, hanno fatto seguito con «... la scuola pubblica deve essere religiosamente laica», «...basta con i soldi alle scuole cattoliche» e «... la preferisco maledetta». L'arcivescovo di Trento Luigi Bressan ha liquidato la contestazione definendo la polemica «piccolissima in confronto alla grandissima realizzazione della nuova facoltà».

Tante le autorità presenti all’inaugurazione, dal presidente della Provincia Lorenzo Dellai al vicepresidente Alberto Pacher, al sindaco di Trento Alessandro Andreatta, ai presidi e docenti delle facoltà dell’ateneo. Dellai ha sottolineato come in Trentino, a partire dagli anni ’60, si sia deciso di investire costantemente in formazione: «Anche in periodo di crisi si intensificano gli investimenti materiali e immateriali nella filiera della conoscenza e della ricerca perché c'è bisogno anche di competenze umanistiche per lo sviluppo dell'economia».

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