Leggi assurde, Divina nel mirino di Crozza

Alla gogna su La7 per la proposta di “Norme per la tutela delle televisioni di strada”. Ma lui non ci sta



TRENTO. Napolitano, Bersani, Berlusconi, Maroni, Formigoni: le straordinarie maschere di Maurizio Crozza le conosciamo un po’ tutti. Ma l’altra sera, al “Paese delle Meraviglie” su La7, a finire nel bersaglio del comico genovese è stato il leghista trentino Sergio Divina. La sua colpa? Far parte della top 5 dei disegni di legge più assurdi tra i 550 presentati dai neoparlamentari nei primissimi giorni della legislatura. Ha avuto gioco facile, Crozza, nel esporre alla gogna Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia) e la sua proposta di “Istituzione del principato di Salerno”. Per non parlare di Giovanni Burtone (Pd), che chiede invece ci attribuire al comune di Grassano, in Basilicata, la denominazione di “Città nazionale del presepe”. Sommersa dall’ironia di Crozza pure l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla (Pdl), che si batte per il “Riconoscimento degli equini quali animali d’affezione”. E ne è uscito malissimo anche Pino Pisicchio (Centro democratico), il cui disegno di legge chiede nientemeno di istituire una “Giornata del rifiuto della povertà”. E poi Divina, in realtà finito sul maxischermo alle spalle di Crozza già al terzo posto, dietro a Burtone. Il leghista è stato sbertucciato per la sua proposta in materia di “Norme per la tutela delle televisioni di strada”. «E che cosa sono, monitor nei cassonetti dei rifiuti?», si è chiesto Crozza, per chiudere poi la top 5 sbottando, tra gli applausi del pubblico: «E istituire la giornata del rifiuto delle cazzate, no?».

Divina non ha visto la trasmissione. Ma molti amici ieri gliene hanno riferito. E non ci sta, il senatore leghista: «Stavolta Crozza ha toppato, mi meraviglio che non sappia che cosa sono le televisioni di strada». Spiega Divina, che peraltro ha semplicemente riproposto un ddl già presentato la scorsa legislatura ma mai discusso in aula, che si tratta di quelle emittenti nate senza regole nei cosiddetti “coni d’ombra” delle frequenze. Che cioè non possono sormontarsi a concessioni già assegnate, ma riescono comunque a trasmettere con potenze limitate senza provocare disturbi ai grandi network. Dove i disturbi hanno una doppia accezione: niente sovrapposizioni nelle frequenze e niente concorrenza a Rai, Mediaset e quant’altro, per via del ristrettissimo raggio di emissione del segnale. Da cui appunto il nome di “televisioni di strada”. Si tratta di esperienze note anche in Trentino: Tesino Tv, ad esempio, e più recentemente Valsugana Tv. Realtà che danno lavoro a tante persone, anche a cooperative sociali di disabili: ed era appunto il caso di Valsugana Tv, che però ha recentemente cessato le proprie trasmissioni. La proposta di Divina nasce va infatti da una richiesta di Eraldo Busarello, responsabile della onlus da cui era nata Valsugana Tv, di cercare di istituire un minimo di disciplina che permettesse alle emittenti “di strada” di sopravvivere. «Crozza è simpatico, continui a fare il suo lavoro - conclude Divina - ma in questo caso ha preso una topica mostruosa: voglio solo aiutare a fare informazione di altra natura, nelle piccole realtà comunali. Senza dare fastidio alle tv dove lavora Crozza». (p.mor.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano