Le campane, la messa, le radio in ricordo di Antonio Megalizzi 

A un anno dall’attentato. Il giornalista trentino ucciso a 29 anni resta vivo nella fondazione a lui intitolata e anche in un libro. A Strasburgo rintocchi in tutte le chiese per le vittime. Mattarella: «Restano i suoi ideali e il suo impegno»


Valentina Leone


Trento. Una fondazione che porta il suo nome e un libro, per ricordare lui e i suoi sogni: così, a un anno di distanza, resta viva la memoria di Antonio Megalizzi, giornalista 29enne trentino colpito l’11 dicembre 2018 da un proiettile, durante un attentato terroristico ai mercatini di Natale di Strasburgo. Antonio morì tre giorni dopo, il 14 dicembre, in ospedale, ma in questi dodici mesi quella fiammella che ne ha tenuto vivo il ricordo non si è mai spenta.

La messa

Così sarà anche in questo primo anniversario: sabato, alle 18, una messa celebrata dal vescovo Lauro Tisi, nella chiesa di Cristo Re, dove anche la sorella, Federica, e la mamma, Annamaria, sono da sempre parte attiva della vita parrocchiale. Pochi giorni fa, invece, nello studio del notaio Piccoli, è stata data vita alla fondazione a lui intitolata, e fortemente voluta dalla famiglia e dalla fidanzata Luana Moresco, nonché supportata, tra gli altri, dalla Federazione nazionale stampa italiana, dal Sindacato giornalisti del Trentino - Alto Adige, da Comune e Provincia di Trento.

Campane francesi

A Strasburgo, invece, ieri sera alle 19.45 in punto le campane di tutte le chiese, della città e dei comuni limitrofi, hanno suonato all’unisono. Poco prima, alle 19, sempre a Strasburgo, si è tenuta una celebrazione “ecumenica e multiculturale”, alla quale hanno preso parte esponenti del governo francese e il sindaco della città Roland Ries. Alla cerimonia hanno presenziato anche alcuni superstiti e familiari delle vittime: oltre ad Antonio Megalizzi, infatti, sono morte altre 4 persone per mano dell’attentatore Cherif Chekatt (morto anche lui dopo uno scontro a fuoco con le forze dell’ordine), e tra queste anche Barto Pedro Orent-Niedzielski, amico e collega di Antonio. Si trovavano insieme ad altri ragazzi provenienti da tutta Europa per raccontare la seduta plenaria del Parlamento Europeo attraverso i microfoni di Europhonica. Dopo la seduta, il gruppo di ragazzi, nel quale c’erano anche Caterina Moser, trentina, e Clara Rita Stevanato, collega veneta, era andato a fare al Mercatino di Natale, dove poi c’è stata la sparatoria.

Maratona alla radio

Sempre per sabato, per ricordare il suo impegno nel raccontare l’Europa, è in programma una maratona radiofonica di 24 ore: da mezzanotte a mezzanotte, le 36 radio del circuito RadUni (l'associazione italiana degli operatori radiofonici universitari) trasmetteranno a reti unificate i migliori servizi realizzati da Antonio per Europhonica. A lui, inoltre, è dedicato il libro scritto dal giornalista Paolo Borrometi, “Il sogno di Antonio” (edito da Solferino).

Le parole di Mattarella

«Un giovane giornalista, appassionato del proprio lavoro, fiero di essere cittadino italiano ed europeo, è stato strappato ai suoi affetti e all’impegno in cui spendeva il suo talento da mano terrorista, armata di fanatismo e di violenza - queste le parole per Antonio del presidente della repubblica Mattarella - In questo giorno di memoria, la Repubblica – conclude il presidente – si stringe ai familiari e agli amici di Antonio Megalizzi e ricorda il suo impegno per gli ideali basati sui principi della Costituzione».













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