«Le barriere? Ci pensiamo noi»

L’assessore comunale Marchesi: dalle Ferrovie solo ritardi ma adesso basta, i residenti hanno ragione


di Paolo Piffer


TRENTO. Pur non perdendo il naturale aplomb questa volta ha alzato il tiro. Ha aspettato la discussione in consiglio comunale, l’altra sera, sulla classificazione acustica (approvata a larga maggioranza) perché quanto covato consentisse la massima risonanza. Sa perfettamente che molti cittadini, in Cristo Re, ma anche a Canova e Roncafort e pure nella parte alta di via Degasperi all’altezza del ponte sul Fersina, non ne possono più dei rumori dei treni che passano, suppergiù 170 al giorno, tra passeggeri e merci. E negli ultimi anni la situazione è peggiorata. «Basta, adesso facciamo da noi, in casa. E i progetti per le barriere antirumore, che mica sono poi così complessi, possono farli anche i nostri uffici tecnici», ha scandito l’assessore all’ambiente e alla mobilità Michelangelo Marchesi. A dire il vero è Rete ferroviaria italiana (Rfi), società controllata dalle Ferrovie che ne ha il compito, oltreché di fare i lavori. Con i soldi della Provincia che stabilisce le priorità.

Assessore, cos’è una provocazione? Bypassa Rfi?

Innanzitutto, quanto detto in consiglio vuole essere un segnale di attenzione nei confronti dei cittadini. Tra l’altro, nei prossimi giorni, incontrerò il Comitato di Cristo Re. Ci muoviamo, facendo ciò che possiamo. Non so da quanto tempo continuiamo a inviare sollecitazioni. Adesso ci assumiamo l’onere. Certo, la mia è anche una provocazione nei confronti di Rfi. Contro tutte queste lungaggini.

A lei non sfuggirà di certo che Rfi, almeno finora, non ha rinunciato alle progettazioni, rientrano nella sua “mission”.

Lo so. Bene, noi metteremo nero su bianco le nostre motivazioni. Il perché siamo arrivati a questo orientamento. Voglio vedere cosa ci rispondono. Se ci dicono che si attivano subito non ci sarà motivo di sostituirsi a loro. Altrimenti…

Quindi, spedirete a Rfi una richiesta formale.

Certo. Perché noi, come amministrazione, vogliamo velocizzare l’iter e fare in modo che queste barriere si vedano al loro posto al più presto.

Vi farete “spalleggiare” dalla Provincia?

Ovviamente sì. Abbiamo già comunicato a piazza Dante le nostre intenzioni. Penso che ci incontreremo a breve. Comunque, il Comune vuole portare avanti con la massima forza questa iniziativa.

Intanto, i Presidenti di Circoscrizione, interpretando il disagio dei cittadini, sono sul piede di guerra. Redolfi (Centro storico/Piedicastello) afferma che nella classificazione acustica non avete messo Cristo Re e nulla dell’asta che va dall’ex Sloi a via Verdi.

A Redolfi ho spiegato come stanno le cose. Non è compito della classificazione acustica registrare le zone “sensibili”. C’è un equivoco di fondo.

Vediamo di dipanarlo.

La classificazione approvata dal consiglio è la definizione puntuale del territorio per aree sulla scorta della vocazione e della destinazione urbanistica. Mi spiego meglio. In base alla normativa, se una determinata area è, ad esempio, residenziale, potrà registrare un tot di decibel massimi, cioè determinati limiti. E così via. Secondo una suddivisione prestabilita che prevede 6 classi.

Una mappatura. Ma poi?

Se, verificando sul terreno, quei limiti di rumorosità ammessi risulteranno superati allora saranno adottate delle misure per far rientrare la situazione nei parametri previsti. Chiamasi Piano di risanamento. E con questo spero di essere stato sufficientemente chiaro.

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