l'inchiesta

Lavoro, i Comuni senza giovani

Mansioni con molte responsabilità e stipendi bassi, l'impiego pubblico (il "posto fisso") non è più appetibile come un tempo


ANDREA TOMASI


TRENTO. Ma dove sono finiti quei padri e quelle madri che spingevano i figli e le figlie a cercare “il posto fisso”? I giovani “snobbano” il lavoro pubblico. Impieghi poco appetibili - si dice - anche in Trentino. Gli uffici comunali non danno garanzie: gli stipendi non sono concorrenziali e il lavoro non è poi così “fisso”. Oltre alla fuga dagli uffici municipali più piccoli (se si è pochi in ufficio c’è più lavoro da svolgere) c’è il problema della scarsa disponibilità di dipendenti altamente qualificati.

Si fa notare che non c’è da stupirsi se i giovani cercano cercano lavoro nel privato. «I migliori vanno altrove». Lo dicono tanti segretari comunali e qualche assessore: «Se l’ente pubblico indice concorsi per posizioni a tempo determinato e per pochi euro, non puoi aspettarti di veder partecipare i migliori». E così si presenta un mare di gente che alla selezione del personale partecipa tanto per provare. In realtà spesso il problema si pone anche per impieghi a tempo indeterminato. Ne parliamo più avanti. Insomma le poltrone in Comune non sono così calde, confortevoli e vellutate come tanti immaginano.

Mercoledì abbiamo parlato della fuga dei lavoratori dai Comuni sotto i mille abitanti, «ma la questione - spiega Daniel Pancheri, segretario comunale ad Andalo e che ha anche la responsabilità della Comunità di Valle - riguarda anche quelli medi e poi il punto è che mancano gli incentivi». «Non è solo un problema di uscita, ma di entrata: il posto pubblico non è così ricercato». Andalo ha circa un migliaio di abitanti che, con la stagione turistica, diventano 20 mila. I dipendenti sono 23. «Ma direi che da noi le cose vanno relativamente bene. Ho in mente Comuni, come Cavedago e Fai della Paganella, che sono in difficoltà. E poi penso a Rumo». Cosa c’entra la Val di Non? «Perché io sono in servizio a scavalco anche su Rumo e quella realtà la conosco bene». E a Rumo che succede? «Succede che abbiamo indetto un concorso per un posto da geometra nell’ufficio tecnico. La scadenza per la presentazione delle domande era fine ottobre». E?... «E si sono presentati in tre». Si tratta di un posto part time da 700 euro al mese, per 18 ore a settimana».

Quindi i fenomeni a cui si sta assistendo nel comparto enti locali sono due: da una parte i tentativi di fuga dai Comuni (piccoli e medi) verso quelli più grandi o verso la Provincia - dove i servizi sono più strutturati e quindi il carico di lavoro viene spalmato su più persone - e dall’altra un flusso in entrata decisamente ridotto. Poi esiste la questione della competenza e della preparazione, che - quando arrivi in fondo alle graduatorie - non sempre sono eccelse.

Comuni in difficoltà con organici spesso ridotti all’osso. «In tanti municipi esiste un problema di carico di lavoro ma anche di responsabilità - evidenzia Pancheri - Nel privato a volte, paradossalmente, si hanno meno pesi». Come si esce da questo sistema elefantiaco nel quale si è cacciato anche l’autonomo Trentino? «Non lo so , ma non credo che la soluzione sia nelle Comunità di Valle, che sono enti intermedi che non si possono occupare di tutto. Magari vanno bene per i tributi e gli uffici tecnici, ma di sicuro non per l’anagrafe. Meglio le collaborazioni dirette tra Comune e Comune».

Giovani assenti, posti di lavoro non particolarmente interessanti e servizi in affanno. La “diagnosi” vale anche per i Comuni di media grandezza del basso Trentino. Michele Berti è assessore a lavori pubblici di Nogaredo, che conta 2100 abitanti. È associato con quello di Nogaredo che ne ha altri 2350. «La situazione è molto complessa - commenta Berti - Le questioni che i lavoratori si trovano a gestire sono sempre di più e sempre più complicate. Pensiamo, banalmente, a tutte le pratiche per il “superbonus ristrutturazione 110%”. Si tratta di procedure delicate e che si devono conoscere nei minimi dettagli. E per fornire quel tipo di servizio si deve avere un organico quantitativamente solido e qualitativamente preparato». E così si torna al tema dell’attrattività del lavoro, che si può spesso misurare in euro. «I bilanci - racconta Berti, ingegnere, insegnante e un passato di gestore di Malga Valli a Trambileno - a volte non consentono la stabilizzazione dell’organico. Noi ad esempio avremmo bisogno di di un geometra a tempo pieno e di un caposervizio. Nel protocollo di finanza locale ci sono dei vincoli sulla spesa corrente che penalizzano non poco. Questo è legato anche al patto di di stabilità che una volta era particolarmente stringente».

Berti ha seguito due selezioni per l’edilizia privata. «Non arrivano solo candidati motivatissimi e competenti. Arriva un po’ di tutto». Mancano gli incentivi perché un ragioniere o un geometra di qualità - per rimanere sulle professionalità più gettonate - non è spinto a partecipare a selezioni che non offrono o fanno sperare in prospettive di crescita. E le tanto odiate e poco apprezzate Comunità di Valle? Resteranno scatole vuote o saranno una risorsa per il sistema degli enti locali trentini del futuro? «È tutto da vedere. Con la nuova riforma potrebbero rivelarsi una risorsa magari nella gestione degli appalti, quasi impossibili in alcuni uffici comunali».

 













Scuola & Ricerca

In primo piano