Lavori socialmente utili in 239 nella lista d’attesa

Sempre più persone attendono di essere occupate nei progetti dell’Intervento 19 In Bassa e Valsugana e Tesino nel 2013 impiegati solo 145 dei 222 aventi diritto


di Silvia Fattore


VALSUGANA. Sono aumentate rispetto all’anno scorso le domande per entrare a far parte dell'Intervento 19, conosciuto fino a qualche tempo come Azione 10. Le richieste sono passate da 222 a 239 unità.

La lista per i lavori socialmente utili è stata creata per aiutare le persone disoccupate che hanno difficoltà a trovare un'occupazione, e negli ultimi dodici hanno c'è stato una crescita esponenziale di questo tipo di richiesta.

«Dal 2003 ad oggi - spiega il dottor Franco Libardi, responsabile del Centro per l'impiego di Borgo Valsugana - sono passate da 94 a 239. Il 2013 ha visto a fronte di 112 quote assegnateci come Valsugana e Tesino, occuparsi a vario titolo circa 145 persone, quindi 77 potenziali lavoratori non hanno potuto accedere nemmeno a questa opportunità. Le domande anche se in crescita sono comunque contenute per il 2014, se consideriamo dal punto di vista occupazionale il tragico anno 2013».

Un altro dato da sottolineare scorrendo le statistiche è che sono soprattutto i diversamente abili e i disoccupati segnalati dai servizi sociali ad aumentare. I primi, infatti, sono passati dai 9 del 2003 ai 52 di inizio 2014, mentre i secondi dai 35 del 2003 ai 60 di questo inizio anno.

«E' soprattutto la categoria dei diversamente abili - spiega sempre Libardi - a soffrire delle riduzioni aziendali, poiché riducendosi i numeri degli occupati si riducono gli obblighi di copertura previsti dalla legge 68 del 1999, producendo in questo modo sempre più iscritti disoccupati».

Riguardo a quante di queste 239 persone riusciranno ad avere un lavoro, lo si saprà soltanto a fine febbraio.

«Le quote, ovvero i posti di lavoro, vengono valutati sulla base degli anni precedenti e l’Agenzia del lavoro cerca innanzitutto di poter garantire la copertura di quelle richieste, poi in una seconda fase vengono valutate e se possibile aggiunte le quote necessarie a coprire le nuove richieste. Le quote poi possono avere un ulteriore passaggio ed essere nuovamente ripartite a seguito di abbandoni da parte dei lavoratori, oppure perché vengono in un secondo momento utilizzate a part-time. Infatti una quota “intera” può essere utilizzata esattamente per dare un lavoro a orario ridotto a due persone».

I progetti sono prevalentemente sviluppati nella pulizia, abbellimento di siti centrali ai paesi come vie, piazze, giardini, aiuole, fioriere, e più localmente per la cura e mantenimento di ampie aree verdi. Tutti i progetti nella loro durata variano molto da realtà a realtà, a seconda chiaramente dei bisogni di chi li presenta, comunque da un minimo di 3 ad un massimo di 10 mesi.

«Nell’ampio panorama, altro canale dove potrebbe trovare spazio la tipologia dei progetti legati all’intervento 19 sono gli enti denominati Ipab, nello specifico le case di riposo, in alcune realtà del Trentino accade», conclude Libardi.

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