Lavis, materna nel caos: salta il rinnovo del cda

Martedì sera, l’assemblea dei soci è sfociata in bagarre ed è stata sospesa Dopo l’inizio soft, si è sfiorato lo scontro sulle procedure di tesseramento


di Daniele Erler


LAVIS. Che ci fossero dei motivi di tensione lo si sapeva. Ma che l'assemblea dei soci della materna di Lavis – chiamata a rinnovare il consiglio d'amministrazione – potesse quasi sfociare in uno scontro, che ha portato infine alla sospensione della seduta, non lo aveva preventivato nessuno. Una vera e propria bagarre, con insulti ed accuse fra soci. E non sono mancate le “promesse” di ripercussioni legali.

Eppure la discussione, martedì sera, si era aperta con toni pacati. La presidente Maria Julia Agostini aveva espresso la volontà di non ricandidarsi, visti gli scontri interni che avevano portato alla creazione di due fazioni nel consiglio d’amministrazione. Tanto che la Agostini – stanca, a suo dire, anche degli attacchi provenienti dall'esterno – aveva scelto di non confermare nemmeno il proprio tesseramento a socio della materna.

Al centro della questione, la necessità di scegliere a chi affidare i servizi della materna, fra due società: la Co.E.Si., con cui la scuola è già convenzionata, e la fondazione Dalponte. La decisione è legata anche interessi economici, visto che la Provincia ogni anno stanzia più di 100.000 euro per la materna di Lavis. Nel caso della scelta per Dalponte, la fondazione gestirebbe parte dei servizi e altri sarebbero affidati in autonomia alla materna, con un direttore amministrativo. Per questo ruolo, qualcuno avrebbe fatto il nome dell'ex revisore dei conti Alessio Casata.

La scelta sarà nelle mani del nuovo consiglio, che doveva essere eletto martedì. E martedì si è svolta anche la presentazione dei candidati, ma, al momento del voto, ad assemblea ormai prossima alla conclusione, è scoppiato il finimondo.

«Mi sono proposta come scrutatore – dice Tiziana Odorizzi – e, poco prima della votazione, ho dovuto abbandonare la sala per vidimare le schede. Nell'atrio, ho trovato un uomo che, al telefono, invitava un’altra persona ad entrare a votare. Sono uscita e ho trovato una sessantina di persone che stavano facendo il loro ingresso. Mi sono sentita obbligata a informare l'assemblea».

A questo punto, una socia ha accusato lo stesso uomo di averla tesserata gratuitamente, e in una sede diversa dall’asilo. Non solo quella persona, non facente parte del consiglio d'amministrazione, non avrebbe potuto raccogliere il tesseramento, ma avrebbe richiesto alla socia anche la delega per il voto. In sala è scoppiato il caos: qualcuno ha osservato come i 380 aventi diritto al voto fossero troppi per una scuola che conta 215 bambini.

La presidente Agostini e il vice Gislimberti si sono dissociati da quel tesseramento, l'assemblea è stata sospesa e rinviata a data da destinarsi.

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