La zanzara tigre si espande nei territori di Mori e Isera

I ricercatori del Museo civico di Rovereto presentano il monitoraggio e avvertono Il picco di infestazione in città e nei comuni periferici avverrà ad agosto


di Michele Stinghen


ROVERETO. Qualche settimana fa era una tendenza, adesso più che mai è una realtà: la diffusione della zanzara tigre è più forte nei comuni periferici, in particolare Mori ed Isera. Emerge dai dati del monitoraggio compiuto dal Museo Civico, presentati venerdì sera dai ricercatori. Quanto a Rovereto, la zanzara tigre c'è ed è diffusa un po' dappertutto, ma rispetto ai paesi il numero di trappole positive ed il numero di uova trovate è più contenuto. Non è ancora finita: biologi e ricercatori hanno sottolineato che il picco di infestazione dell'insetto si verifica di solito in agosto, quindi prepariamoci. L'invito del Comune e del Museo Civico è però forte: magari non la si potrà mai debellare, ma con certi accorgimenti si riesce a migliorare di molto la situazione. Lo ha detto anche il vicesindaco di Rovereto, Gianpaolo Daicampi: «Con la zanzara tigre bisogna convivere, non si potrà mai debellarla del tutto. Possiamo però ridurre e di molto la sua diffusione». E questo lo si fa sì con i trattamenti dell'amministrazione, che sono però inutili se anche i privati non contribuiscono.

A Rovereto queste regole (non lasciare ristagni d'acqua) le conoscono in molti dopo anni di ordinanze e campagne informative condotte in città; le conoscono senz'altro di più rispetto ai comuni, dove ora la zanzara tigre non solo è arrivata, ma trova anche meno ostacoli nella sua diffusione. Il dato emerge grazie all'adesione al progetto del Museo di altri cinque comuni della Vallagarina, e rispecchia quanto accaduto alcuni anni fa a Rovereto.

Nel 2008 emerse che la zanzara era più diffusa al Brione rispetto a Lizzana, luogo del primo focolaio. Dove la gente sa della presenza dell'insetto e adotta certi comportamenti, si contiene il fenomeno; dove invece non si è abituati alla presenza della zanzara tigre, questa si diffonde di più. «Quest'anno la diffusione è in aumento - ha invece spiegato Federica Bertola, ricercatrice del museo - ma siamo ancora lontani dai massimi degli anni scorsi. A Rovereto la situazione è migliore perché la lotta è in atto da più tempo, e dà risultati».

Il Comune inoltre quest'anno ha modificato la sua strategia. «Abbiamo razionalizzato la spesa, rinforzando però la collaborazione tra gli enti - ha affermato Cristian Roverato, dirigente comunale - un operatore del Museo tratta le caditoie ogni 3 settimane e dopo le piogge; il servizio ripristino tratta i tombini stradali di Marco, Noriglio e Sant'Ilario. Tramite gara d'appalto abbiamo affidato alla Ecoservice i trattamenti e le disinfestazioni adulticide: vengono fatte nei giardini e nelle aree verdi pubbliche, nei viali alberati e cimiteri. Si fanno meno ore di trattamenti rispetto al passato, ma sono più mirati».

I trattamenti possono farli anche i privati, anzi sono suggeriti, tramite prodotti a base di tetrametrina, che si trovano in farmacia. Al Museo e all'Urp del Comune sono invece in distribuzione gratuita i prodotti antilarvali, che devono essere rilasciati nelle caditoie o nei ristagni d’acqua. Alcuni consigli per prevenire la diffusione della zanzara tigre: svuotamento e pulizia accurata, almeno una volta alla settimana, dei sottovasi per fiori, posizionare rame (10-20 g/l), da sostituire mensilmente, nei contenitori d’acqua dei cimiteri, introduzione di pesci rossi nelle fontane, copertura dei bidoni d’acqua ad uso irriguo con teli o zanzariere, rimozione dei vecchi pneumatici abbandonati.

Qualsiasi altra informazione si può avere scrivendo alla email zanzara@museocivico.rovereto.tn.it.

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