La Uil chiama il Fisco: «La diaria elude le tasse»

Il segretario generale scrive a Corte dei conti e Agenzia delle entrate «Inaccettabile sul piano morale e discutibile anche su quello giuridico»



TRENTO. E se alla fine se ne occupassero la Corte dei conti e l’Agenzia delle entrate? Ermanno Monari ha deciso di provare anche questa strada per convincere i politici, con le buone o con le cattive, a ridursi lo stipendio concretamente, anziché parlarne soltanto. In particolare il segretario generale della Uil trentina mette nel mirino la diaria, una voce considerevole della “busta” dei consiglieri provinciali che non è nemmeno tassata: poco meno di 3.500 euro mensili intoccabili.

Il dibattito sui costi della politica non è nuovo, ma negli ultimi mesi si è acuito, di fronte alle mazzate del governo che vanno a colpire le famiglie ma non toccano i politici. Il coro è unanime: anche loro devono non solo dare il buon esempio nel momento in cui chiedono sacrifici a tutti, ma anche ridursi drasticamente stipendi che sono spesso imbarazzanti. In consiglio regionale - a cui spetta intervenire sulle indennità - si è discusso a lungo, ma alla fine tanto chiacchierare ha portato a una riduzione delle indennità di 290 euro. Poca cosa in confronto ai 14 mila euro lordi percepiti, eppure un segnale che ora avrebbe bisogno di trovare utili imitazioni. Da più parti s’era chiesto di intervenire sulla diaria. Lo stesso presidente del consiglio Bruno Dorigatti aveva detto che si doveva andare a parare proprio lì, ma nessuno ha azzardato una proposta tanto “indecente”. Ora Monari capovolge il discorso e non aspetta i politici. Chiede piuttosto una sorta di consulenza al procuratore della Corte dei conti e anche al direttore dell’Agenzia delle entrate: è giusto che questo introito non sia tassato? Politicamente no, si risponde Monari, ma forse nemmeno dal punto di vista tecnico. «Se i lavoratori dipendenti - scrive nella lettera inviata - dovessero non pagare le tasse sulal metà di quanto percepiscono al netto, si registrerebbe molta più ricchezza per i singoli e problemi ben più gravi di quelli attuali per quanto riguarda le entrate e quindi il debito pubblico. Tutto questo, trattandosi di amministratori pubblici eletti dai cittadini, ci sembra ovviamente inaccettabile sul piano pratico e morale, ma forse anche discutibile su quello giuridico. Poiché da tempo chiediamo inutilmente al Consiglio regionale la tassazione della diaria, che ormai rappresenta quasi la metà del trattamento netto corrisposto ai consiglieri, ci chiediamo se questa cifra non sia comunque eccessiva. E se in questo privilegio, che certo non spetta ai lavoratori pendolari da mille euro al mese, non si ravvisi una certa elusione fiscale e sperpero di denaro pubblico. Si tenga conto che i consiglieri godono anche di rimborsi a piè di lista oltre a molti altri benefit».

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