trento

La sua foto intima diventa «virale»: salvata dal suicidio

Lo scatto era per il fidanzato che lo ha condiviso e mandato in rete



TRENTO. Quella foto scattata in un momento di intimità e poi spedita via cellulare al fidanzato, era diventata un incubo. Sì perché il ragazzo quell’immagine l’ha mandata ad un amico, forse ad un paio. E poi è ripartita verso altri smartphone. È bastato poco perché quella condivisione diventasse di dominio pubblico, almeno fra amici e conoscenti. Ed era stata proprio un’amica ad avvertire la ragazzina di quello che stava accadendo, della condivisione di quella fotografia.

Per la giovane, un’adolescente trentina, è come se il mondo le fosse caduto addosso. Vergogna ma anche paura i sentimenti che crescevano dentro di lei tanto da spingerla a pensare di farla finita. Un proposito che, per fortuna, non si è concretizzato grazie all’allarme lanciato dalla mamma della giovanissima e all’intervento delle forze dell’ordine che hanno evitato il peggio. Una storia di qualche mese fa, mai venuta alla luce, ma che è stata raccontata dai rappresentanti delle forze dell’ordine nel corso di alcuni incontri con i genitori di studenti delle medie.

La ragazza non aveva pensato che quell’immagine potesse uscire dalla privacy sua e del fidanzato. E nemmeno il fidanzato, condividendola la prima volta, aveva pensato a quello che sarebbe potuto accadere e che è poi accaduto. E a quello che fortunatamente è stato evitato.

Ci sono anche storie come queste negli incontri che si fanno all’interno delle scuole per fare chiarezza sul mondo di internet, del cyberbullismo e del sexting. Al posto dei professioni esponenti delle forze dell’ordine per fare prevenzione e per informare i giovani e i giovanissimi di quello che può succedere se il mondo dell’online lo si sottovaluta o ci si approccia a social e messaggistica con superficialità o ingenuità. Con costanti appelli a denunciare tutti gli episodi. In particolare c’è la polizia postale che si occupa di questo tipo di reati, con personale preparato a raccogliere le testimonianze e in grado di fornire un aiuto reale. Denunce che servono per riuscire anche a fermare comportamenti che possono generare situazioni estreme.

Come è successo alla ragazza di Napoli - la cui tragica fine ha aperto ieri giornali e telegiornali - e che si è tolta la vita per un video erotico, girato pensando ad una cosa intima e diventato virale. Gli insulti, la vergogna, l’impossibilità di andare avanti nonostante il cambio del nome: tutto questo ha portato la donna a decidere di farla finita. Una vicenda dura, difficile, un pugno nello stomaco, che però non si può ignorare. E nel mondo globalizzato non si può pensare che cose del genere possono succedere solo altrove.













Scuola & Ricerca

In primo piano