La scheda 

La scommessa è sui larici

Trento. Dopo la “monocultura” degli abeti rossi (l’albero di gran lunga più diffuso sui versanti del Trentino), i responsabili delle foreste stanno puntando (anche) sui larici. I tecnici lo chiamano...



Trento. Dopo la “monocultura” degli abeti rossi (l’albero di gran lunga più diffuso sui versanti del Trentino), i responsabili delle foreste stanno puntando (anche) sui larici. I tecnici lo chiamano “il pioniere delle foreste” perché cresce velocemente, è forte e resistente e sotto un grande larice possono crescere nuovi piccoli abeti. E poi c’è un dato di fatto: sotto le raffiche di Vaia i larici (dotati di un apparato radicale più profondo) si sono dimostrati più resistenti al vento rispetto agli abeti. Ci sono stati - è vero - anche larici schiantati, ma nella maggior parte dei casi si tratta di piante che sono state travolte dagli altri alberi e non dal vento. Inoltre nelle nuove foreste ci sarà spazio anche per qualche latifoglia, almeno alle quote non troppo elevate, scelta in controtendenza rispetto al pensiero di chi - nel secondo dopoguerra - ha gettato i semi (letteralmente) per le foreste che conosciamo oggi.

Il ripristino è partito

L’opera di bonifica delle foreste è ancora all’inizio (ci sono interni versanti ancora completamente ricoperti di alberi schiantati) ma in alcune località è già iniziata la messa a dimora dei nuovi alberi. I tempi sono più veloci soprattutto nelle località più esposte all’erosione e sui versanti che - in caso di smottamenti - potrebbero mettere a rischio le opere civili o creare pericolo per le persone.













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