il caso

La Provincia di Sondrio ai trentini: "Venite a prendervi l'orso"

Il presidente leghista Massimo Sertori chiede di intervenire dopo che il plantigrado ha sbranato quattro asini in Val di Togno



TRENTO. «Chiedo alla Provincia autonoma di Trento di provvedere affinchè l' orso MV25, la cui presenza in Val di Togno è stata abbondantemente documentata, sia allontanato dai boschi della Valtellina e possa essere rimesso in libertà in un habitat a lui più confacente». È questa la posizione del presidente della Provincia di Sondrio, il leghista Massimo Sertori, in merito alla vicenda del plantigrado che pochi giorni fa ha sbranato nel territorio di Spriana (Sondrio) 4 asini, suscitando la preoccupazione e dure prese di posizione degli allevatori valtellinesi.

Il grosso esemplare maschio di circa 3 anni fa parte del nucleo di orsi bruni che sta ripopolando le Alpi col progetto «Life Ursus» voluto dalla Provincia autonoma di Trento, d'intesa con il parco Adamello-Brenta e l'Istituto nazionale per la fauna selvatica (Spra) e finanziato dall'Unione Europea. «Il progetto, nel merito del quale non voglio entrare - aggiunge Sertori - avrebbe dovuto contemplare la possibilità che gli eventuali territori di espansione e colonizzazione da parte di questi grandi predatori fossero in grado di sostenerne la presenza. Ad oggi, il nostro sistema territoriale, senza tralasciare alcun ambito (ambientale, faunistico, agricolo e pastorale), non è in grado di far fronte alla permanenza di un orso bruno, a maggior ragione quando si tratta di un esemplare mediamente problematico come MV25».

Il presidente della Provincia di Sondrio spiega che «alla Provincia di Sondrio, purtroppo non a statuto autonomo, mancano non solo le risorse economiche, ma anche quelle umane per gestire al meglio una situazione di questo genere che, di sicuro, presuppone un'intensa attività di controllo, di informazione e di comunicazione dedicata». Gli accertamenti condotti dalla Polizia Provinciale di Sondrio, inoltre, hanno stabilito proprio oggi che l' orso si trova ancora in Val di Togno, stavolta nella sponda orografica sinistra, circostanza che è destinata ad accrescere l'allarme e le proteste degli allevatori dato che sugli alpeggi in questo periodo sono ancora al pascolo le mandrie bovine e ci sono pecore, cavalli e asini.













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