La politica trentina replica a Zaia: "Non abbiamo bisogno del Nordest"

Kessler (Pd) e Lunelli (Upt) rispediscono al mittente l'appello del governatore veneto a fare squadra: "La nostra storia è diversa"



TRENTO. La politica è freddina di fronte agli slanci d’amore di Luca Zaia, il neo governatore del Veneto che chiede un patto di ferro a Trentino e Friuli con l’obiettivo di creare un Nordest autonomo e forte a sufficienza per contrastare l’economia austriaca e slovena, diventando locomotiva per l’Italia. Già il vicepresidente della giunta provinciale Pacher, sulle pagine del Trentino, pur non negando la necessità di un dialogo e di una collaborazione, aveva posto l’evidenza su una situazione non propriamente conciliabile. I passi fatti dal Trentino sul cammino dell’autonomia e verso un particolare federalismo fiscale sono già stati molti e i risultati sono ottenuti. Come condividere un’alleanza con una regione che, di fatto, è ancora al primo chilometro del percorso?
 Un ragionamento analogo lo fa l’assessore del Patt Ugo Rossi, autonomista convinto, che nell’intervento riportato qui sotto fa notare che il Trentino trova più analogie e condivisioni guardando a nord che non verso un Veneto con territorio ed esigenze diverse. Non è un caso, dice, che le località montane del Veneto soffrano una certa trascuratezza da parte del potere centrale interessato più al mare e alla pianura (e quindi assorbito da problematiche ben diverse).
 E quello di Rossi, tra i politici locali, non è un ragionamento isolato. Pur con qualche aggiustamento e distinguo è condiviso da Giorgio Lunelli e da Giovanni Kessler, il quale non ha nessun dubbio a liquidare il Nordest come “un mito da sfatare”, almeno per quanto riguarda il coinvolgimento del Trentino.
 Giorgio Lunelli, capogruppo dell’Upt in consiglio provinciale, rincara la dose. «Nord est? Ma noi non abbiamo mai fatto parte del Nord est; se vogliamo noi siamo più simili ai friulani, più “montanari” che non ai veneti. Zaia vuole stringere una collaborazione? Be’, noi i buoni rapporti con i vicini li abbiamo sempre tenuti e continueremo a farlo ma se andiamo sul terreno dell’autonomia e del federalismo fiscale diciamo che la nostra storia è diversa e il percorso che abbiamo seguito molto lontano da quello veneto. E’ una fortuna che abbiamo chiuso l’accordo di Milano prima delle elezioni, perchè credo che dopo l’affermazione della Lega nel nord Italia oggi sarebbe molto più difficile andare a trattare con il governo e con il fiato del carroccio sul collo».
 Il presidente del consiglio provinciale, Giovanni Kessler, non ha alcun problema a stringere rapporti di buon vicinato con il Veneto. «Collaborazione? Ma certo, parliamone. Ma la questione del federalismo è un’altra cosa. Il Trentino ha fatto la sua scelta e seguito il suo percorso. Non so cosa potremmo fare per il Trentino, tanto più che c’è una via italiana al federalismo che il Veneto dovrà seguire come altri. Rapporti importanti con il Veneto sono già stati avviati, quindi ora non è che Zaia abbia inventato nulla di nuovo con la sua proposta di collaborazione. Ma i rapporti più stretti Trento li deve tenere con Bolzano e Innsbruck: la questione del Nordest è decisamente enfatizzata».













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