E’ stata lei a dare l’annuncio dell’incidente sul blog del marito: Walter non c’è più»

La morte di Walter Nones, la moglie:«Non potrò più abbracciarlo»

La moglie Manuela: l'ho sentito poche ore prima, era sereno


Susanna Petrone



SELVA GARDENA. Ha saputo della sua morte poche ore fa. Gliel'ha detto chi il corpo di suo marito l'ha trovato privo di vita ai piedi di un gigante del mondo. Lei ha il volto di chi ha sempre saputo che quella telefonata poteva arrivare da un momento all'altro, sperando e pregando che non toccasse al suo amore, compagno, marito, amico di sempre. Ha sempre sostenuto in silenzio la passione di quell'uomo che aveva deciso di amare, rischiando il dolore.
E pur sapendo che non potrà mai più abbracciare il suo Walter, Manuela non permette ai suoi sentimenti di prendere il sopravvento. Come una fragile eroina apre la porta della loro casa a Selva, dove fino ad ieri aveva sempre atteso il ritorno di Walter. Per il mondo è scomparso un grande alpinista. Per lei è scomparso il complice di una vita, l'uomo che amava e rispettava la montagna come solo pochi sanno fare: «Mi ha chiamato Giovanni dal Tibet - spiega Manuela con voce tranquilla e occhi straziati - Mi ha detto che Walter è morto. Cosa sia successo però non è ancora chiaro».
Continua a controllare i propri sentimenti. Cerca di parlare a bassa voce per non farsi sentire da Erik e Patrick, i due piccoli figli. Chiude la porta dietro di sé per proteggerli da quella drammatica verità: Walter Nones, suo marito, questa volta non tornerà più a casa.
«L'ho sentito ieri sera - prosegue Manuela -. Era sereno, tranquillo come sempre. Cosa sia successo? Non lo so. La linea con il Tibet continua a cadere». La stessa linea che dodici ore prima le aveva regalato la voce di suo marito. Sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe sentita.
«Se ne va un uomo meraviglioso - continua davanti alla casa avvolta dalle montagne -. Un uomo che amava quello che faceva e che è stato sempre prudente. Io ho perso un compagno meraviglioso».
Manuela inizia a cedere. A fatica riesce a controllare il dolore: ma non crollerà, non adesso, non davanti ai propri figli. Chissà se con Walter aveva già parlato di questo momento. Chissà se insieme avevano deciso di essere forti anche se separati. L'anfiteatro, così Walter descriveva le montagne dell'Himalaya, si è trasformato in tomba.
«Non è ancora chiaro se il suo corpo sia stato recuperato o meno - precisa Manuela -. Nei prossimi giorni ne sapremo di più e poi informerò tutti tramite il blog di Walter».
Ed è proprio tramite il blog che Manuela ha dato al mondo la notizia che non avrebbe mai voluto dare: «Walter ha avuto un incidente questa mattina - sono le prime parole che si leggono sul blog di Nones, scritte proprio dalla moglie Manuela -. Non potremo più riabbracciarlo, possiamo solo ricordarlo per il grande uomo speciale che era». Tantissimi i commenti arrivati in calce.
A casa dell'alpinista si sono raccolti i suoi colleghi carabinieri del Centro addestramento di Selva. Proteggono Manuela dagli intrusi che vogliono parlare, fotografare, intervistare la donna. Non dicono nulla, ma su ogni faccia si legge l'incredulità di non poter più sentire i racconti di Walter. Due anni fa è stata Manuela a dare forza alla moglie di Karl Unterkircher. Oggi è lei che ha bisogno di coraggio. Oggi è lei in lutto. Sulla porta compare un bambino, il figlio maggiore di Manuela e Walter. Lei si gira, gli accarezza i capelli e gli sorride. «Dai, entra in casa». Deve proteggerlo.

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