La Germania copre d'oro il Garda

Nel 2011 il movimento turistico aumenta del 6%: tutto il merito è tedesco



RIVA. Mentre altre località italiane vocate alla vacanza (e la montagna soprattutto) danno qualche segnale di stanchezza, il Garda Trentino, turisticamente parlando, scoppia di salute. Le statistiche dei primi sette mesi dell'anno parlano chiaro: gli arrivi della clientela sono cresciuti - rispetto al 2010 - del 6 per cento; le presenze (che sono gli arrivi moltiplicati per i pernottamenti) del 5,9%. Altro che recessione economica! Ma l'exploit, occorre subito dirlo, è dovuto ai turisti stranieri, perchè sul fronte italiano (-4,5% gli arrivi; -1% le presenze) i segnali di crisi un po' si sono avvertiti. I dati raccolti dall'ufficio statistico di Ingarda - relativi agli 11.221 posti letto alberghieri e ai 18.249 posti letto extralberghieri (agritur, Bad and Breakfast, affittacamere, residence, eccetera) dei sei comuni di pertinenza (Riva, Arco, Nago-Torbole, Tenno, Dro e Drena) - dicono però un' altra cosa importante. E' stato il mercato germanico la vera locomotiva del turismo altogardesano da gennaio a luglio. Basti pensare che l'incremento numerico degli arrivi e delle presenze germaniche (+20593, +77865) rappresenta da solo un'altissima percentuale del boom «straniero» (+25193, +94129) e, sempre da solo, va a coprire allegramente, minimizzandolo, il deficit degli italiani (-2369, -3647). Assieme ai tedeschi (che rappresentano il 44% della nostra clientela), tra le maggiori «correnti straniere» si sono messi in luce gli olandesi (+10,2% le presenze), gli austriaci (+7,8%), i belgi (+1,9%) e gli svizzeri (+9,5). Di segno opposto, invece, i mercati del Regno Unito (-4,1) e soprattutto dell'Irlanda (-18,7). Anche la vacanza sul Garda trentino fotografa insomma quella che è la situazione dell'economia europea, dove come è noto la Germania viaggia a pieno regime: dando così ragione a quanti, sul Garda, hanno continuato - promozionalmente - a puntare più su Monaco e Berlino, piuttosto che cercare strane avventure a Londra o Madrid. Interessante anche notare che i mesi del boom sono stati aprile (dove la Pasqua a fine mese ha fatto da traino a tutto il periodo), giugno e luglio. Questi mesi estivi, peraltro, hanno avuto una piovosità decisamente superiore alla media: chissà che primati sarebbero stati raggiunti se i tedeschi guardando il meteo avessero avuto maggiore conforto! (s.m.)













Scuola & Ricerca

In primo piano